CATHERINE DENEUVE VA CONTROCORRENTE RISPETTO AL MOVIMENTO #METOO E DEFINISCE “NUOVO PURITANESIMO” L’ONDATA DI SCANDALI LEGATI AL CASO WEINSTEIN
Catherine, donna e attrice meravigliosa, elegante, sexy, morbida e austera allo stesso tempo. Non me lo dovevi fare. La signora del cinema francese, interprete eccellente in tutte le stagioni della sua vita, icona di seduzione e amata follemente dal divino Marcello (Mastroianni) è tra le cento firmatarie di una lettera controcorrente pubblicata su ‘Le Monde’ in cui si condanna la caccia alle streghe scaturita dopo lo scandalo a Hollywood: “Lo stupro è un crimine. Ma tentare di sedurre qualcuno in maniera insistente o maldestra non è un reato, né la galanteria è un’aggressione del maschio”.
Suvvia Caterina, e le altre 99. Tutte sappiamo distinguere tra un tentativo maldestro di sedurci e una molestia. Tutte sappiamo che gli uomini dotati di un minimo di “intuito” sanno quando provarci e quando è meglio fare i vaghi. Certo il linguaggio corporeo è interpretabile, e qualche “disattento” che la butta li’ nonostante tutto, contando sulla probabilità maggiore se maggiore è il numero dei tentativi, c’è sempre.
Ma cosa ha a che fare con la seduzione il provarci ad un provino? Allungare una mano quando non è il caso, pretendere “prestazioni” con la scusa di studiare una parte? Quanto è triste un uomo che tenta di ottenere un favore sessuale dall’alto del suo potere decisionale?
E qui parliamo di Hollywood, di lustrini, di film milionari. Ma accade anche che quello che ci “prova” sia il caporeparto del supermarket dove lavori e se non ci stai ti rende la vita impossibile o non ti fa rinnovare il contratto, scusate signore d’oltralpe, cosa a che fare la seduzione con tutto ciò? Nelle situazioni private ogni donna sa distinguere tra seduzione e molestia. E anche in questo caso, dovrebbe poterlo dire, denunciare, urlare, se serve.
Ma se questo accade a nche nel mondo del lavoro, dove già siamo sottopagate, dove abbiamo da mangiare polvere per dimostrare che si, va bene anche una donna in quel ruolo, dove spesso il capo è un uomo, mi spiegate cosa a che fare questo con la seduzione?
Certo che gli uomini (e le donne) sono liberi di provare a sedurre chi vogliono, ci mancherebbe. Ma qui non si parla di questo. È come voler ribadire che le cene bunga bunga fossero “eleganti”, come se “il divano del produttore è sempre esistito”, come dire “tanto la maggior parte ci sta”.
Questa è la miseria. Quella di persone in posizione di potere che lo usano al posto di un fiore, di una canzone, di una poesia.
Chi ha mai detto che non si può sedurre?
Chi ha mai detto che un regista e un’attrice non si possano invaghire uno dell’altra?
Ma se lui le affida la parte “solo se”… questa non è seduzione. È misero abuso di potere. E l’America puritana sarà anche piena di contraddizioni, ma le cose vengono dette pubblicamente in occasioni importanti come i Golden Globes. Tutti in nero si, e tutti contro le molestie. Su cosa sia molestia, una mano morta messa li’ o una violenza, certo ci sono margini di valutazione. Ma il fatto è che scoperchiata la pentola, non si ha paura di farla straripare.
E se in Francia le 100 signore chiedono il diritto di essere “sedotte”, in Italia? Cosa faremo, dopo aver insultato Asia, dopo aver sentito signori registi dire “io quelle non le farei lavorare” , attrici famose dire “ma con me era così gentile”? Aspettiamo i David? Chissà.
Peccato però, Catherine.