Il Grande Gatsby è realtà

NEGLI STATI UNITI SI TROVA LA CASA CHE HA ISPIRATO LO SCRITTORE FRANCIS SCOTT FITZGERALD PER LA STESURA DEL SUO CAPOLAVORO “IL GRANDE GATSBY”

Ci siamo catapultati negli anni ’20 nella costa orientale degli Stati Uniti, per la precisione tra New York e Long Island, luoghi in cui viene raccontata la storia di James Gatz, meglio conosciuto come Jay Gatsby. Un uomo che viveva per realizzare il suo sogno, un sogno d’amore esasperato ed esistenziale che lo porterà pian piano alla morte.

Il Grande Gatsby, romanzo di Francis Scott Fitzgerald, ha segnato la storia della letteratura, affermandosi come un vero e proprio best seller che è arrivato fino in Europa, conquistandola con la propria tragica dolcezza. Vi accompagneremo negli edifici e dimore che hanno ospitato ed ispirato la creazione di questo meraviglioso romanzo, in seguito riprodotto sotto forma di film.

«La mia casa era all’estremità dell’uovo, a una cinquantina di metri soltanto dallo stretto, presa tra due edifici enormi […]. Quello alla mia destra era qualcosa di colossale sotto tutti i punti di vista: una copia accurata di qualche Hôtel de Ville della Normandia, con una torre da una parte, incredibilmente nuova sotto una barba rada di edera ancora giovane, una piscina di marmo e più di venti ettari di prato e giardino. Era il palazzo di Gatsby. […] Quanto alla mia casa, era un pugno in un occhio, ma un pugno tanto piccolo da essere trascurabile, così avevo il panorama sul mare, una vista parziale sul prato del mio vicino e la rassicurante prossimità di gente milionaria, tutto per ottanta dollari al mese»

La nascita del romanzo

Le mura che ospiratono Fitzgerald e la moglie dal 1922 al 1924 e che videro sorgere il romanzo, divenuto poi famoso in tutto il Mondo, si trova a Long Island ed attualmente è in vendita al “modico” prezzo di 3 milioni e novecentomila dollari. Fu accuratamente ristrutturata e rimodernata nel 2008 dall’ultimo acquirente Larry Horn e consta di 465 mq composta da una cucina enorme, una stanza per la musica, un salone con tetto a volta, sette camere da letto e sei bagni e mezzo.

La dimora fu abbandonata nel 1924 da Fitzgerald, al fine di installarsi a Parigi.

L’ispirazione di Fitzgerald

La casa del Grande Gatsby nel film è stata riprodotta negli studios cinematografici di Sydney, ma in realtá, Fitzgerald fu ispirato dalle ville coloniali della Gold Coast ed in special modo dall’Oheka Castle, oggi lussuoso hotel, composto da 32 suite di lusso e situato sul punto piú alto di Long Island. In passato questo castello ospitava il finanziere Kahn ed era composto da 127 stanze.

«Nell’estate del 1922, il ritmo della città era sull’orlo della frenesia. Le azioni raggiungevano vette da record e Wall Street prosperava in un crescente delirio di ricchezza. Le feste erano più fragorose, gli spettacoli più ecclatanti, gli edifici più alti, la morale più licenziosa e il proibizionismo aveva prodotto l’effetto contrario, riducendo il costo degli alcolici. Wall Street irretiva giovani ambiziosi e io ero uno di questi. Affittai una casa a venti miglia dalla città, a Long Island. Vivevo a West Egg, nel cottage dimenticato da un custode, strizzato dalle ville dei nuovi ricchi. […] Col sole che splendeva e le foglie che esplodevano sugli alberi, decisi che avrei passato l’estate a studiare. Ed è probabile che lo avrei fatto, se non fossi stato distratto dagli sfrenati divertimenti che ammiccavo da oltre le mura di quel colossale castello, di proprietà di un signore che ancora non avevo conosciuto, un certo Gatsby.»

Dalla realtá al set cinematografico

La casa che piú si avvicina allo stile utilizzato nel set cinematografico australiano, si ritrova a Long Island. Anche questa in vendita al “modico” prezzo di 80 milioni di euro. È formata da 18 stanze, decorate in perfetto stile coloniale. Il palazzo è composto da campo da tennis, bar per celebrare feste, giardini, sala per la degustazione di vini, piscine coperte e scoperte, casino, salone di bellezza, fontane e molo privato.

L’arredamento della casa di Gatsby è brillante e rispecchia il boom economico della New York degli anni ’20. Uno stile art déco inconfondibilmente raffinato ed elegante, ricco d’oro e di specchi che contraddistinguono l’interior design del set cinematografico, riflettendo minuziosamente la cosiddetta etá del Jazz. Egli stesso, come personaggio, rappresenta il sogno americano, o meglio la morte del sogno americano, una visione onirica puramente materialistica, che fallisce in quanto irreale e piena di mere illusioni.

Il boom economico ed il legame ai beni materiali, riverbera nei colori utilizzati delle decorazioni ed arredamenti. Vi è, dunque, un’esagerazione nell’utilizzo del giallo e del dorato, simboli dei soldi e del lusso che si ritrovano perfino nella carrozzeria dell’auto di Gatsby e negli abbigliamenti.

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Denise Carulli

 

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