IN SALA A ROMA IL DOCUMENTARIO SULLA GRANDE ARTISTA CONTEMPORANEA
Novantasette minuti in Brasile, passando da uno sciamano ad una vecchia di 108 anni, da un rituale all’altro, attraverso il corpo e la voce di Marina Abramović, una delle più discusse artiste contemporanee. Girato tra il 2013 e il 2015, il documentario The space in between: Marina Abramovic in Brazil, di Marco Del Fiol è un viaggio fatto accanto a questa donna piena di risorse, idee, forza e debolezze.
Una donna che ha raggiunto il successo, la ricchezza e la fama, ma ancora ripercorre antichi dolori, traumi infantili e amori persi, con una naturalezza, una sincerità ed una onestà intellettuale di rara intensità.
Dal 29 gennaio sino all’8 febbraio all’Alcazar Live Cinema in Trastevere a Roma, il documentario sarà proiettato in vari spettacoli, in lingua originale e con sottotitoli in italiano.
Che piaccia o no, Marina Abramovic è un’artista nel senso più ampio, totalizzante e moderno del termine. Nota per le sue performance molto forti e disturbanti, in cui il suo corpo diventava tavolozza, scultura, carne e sangue vivi, il suo percorso si è dipanato tra le gallerie di tutto il mondo, teatri, una casa ad Amsterdam ex regno di tossici riportata allo splendore, suo regno, due amori durati 12 anni ciascuno (con Ulay e il secondo, con Paolo Canevari, artista italiano) e la scelta di non mettere al mondo figli per dedicarsi completamente alla ricerca artistica, corpo, anima, mente. Così come racconta nella sua autobiografia Attraversare i muri (Bompiani), 407 pagine di vita che si leggono d’un fiato, camminando accanto a lei.
Lo stesso accade nel documentario, in cui la donna Marina Abramović si mette al servizio di se stessa e della ricerca artistica, in un cammino di curiosità e apertura mentale che abbraccia qualsiasi forma espressiva. Guaritori che operano a mani nude, donne che conoscono il potere delle piante e dedicano la vita agli altri, persone connesse alla natura e al potere dell’universo, come personaggi di un romanzo o di un film, ma reali e incredibilmente credibili nonostante la apparente follia delle loro vite. Il rituale della ayahuasca, allucinogeno sciamanico (oggi, incredibilmente in vendita anche su ebay…) che consentirebbe di fare un viaggio interiore e di liberarsi dei mostri che affollano l’emotività, a quello delle uova, inspiegabilmente indistruttibili.
“Chi sono io, da dove vengo?” chiede la Abramović. “tu vieni dalla galassia, e sei qui per uno scopo…” . “Quale scopo?” Non svelo la risposta.