COMPIE VENT’ANNI ARMAGEDDON DI MICHAEL BAY, QUANDO L’EROISMO E LE LACRIME VINCONO CONTRO LE RECENSIONE NEGATIVE DEGLI ADDETTI AI LAVORI
Era il 1998, Bruce Willis oramai era consacrato a eroe, una giovanissima e bellissima Liv Tyler doveva ancora incantare i cuori della gente con la sua principessa Arwen nella trilogia de Il Signore degli Anelli e Ben Affleck era reduce dal successo di Will Hunting – Genio Ribelle.
Michael Bay aveva già dalla sua il successo di Bad Boys e così con il soggetto di Jonathan Hensleigh, l’uomo che ha creato il gioco da tavolo Jumanji e Die Hard – Duri a morire, e con il creatore di Lost J.J. Abrams tra gli sceneggiatori, riesce a portare sul grande schermo Armageddon, una storia fantascientifica portata al successo, nonostante le critiche negative degli addetti al lavoro, dall’eroismo del protagonista, il sacrificio estremo e le lacrime.
Il film prende dei normali trivellatori di petrolio e li trasforma in eroi mondiali, salvando la Terra dall’impatto di un asteroide della grandezza del Texas. A capo della missione c’è lui, Harry Stamper, Bruce Willis, chiamato insieme alla sua squadra dal presidente della N.A.S.A. in persona. Gli uomini hanno solo 18 giorni per allenarsi a lavorare e vivere nello spazio, perché entro quel lasso di tempo l’asteroide colpirà il pianeta.
Armageddon ha tutte le carte in regola per essere un film che sputa testosterone da tutti i fotogrammi, ma la scelta d’inserire una figura come Grace, la figlia del capo interpretata da Liv Tyler e innamorata di Ben Affleck, interprete di A.J. il trivellatore più giovane della squadra, crea del sentimentalismo e del romanticismo tale da conquistare anche il pubblico femminile.
Ci si strugge per la ragazza che prima di veder il proprio ragazzo imbarcarsi su uno shuttle riceve la proposta di matrimonio, perché sempre la giovane ragazza vede partire per lo Spazio, sperando che tornino a casa sani e salvi, sia il proprio padre sia il futuro marito.
È sempre Grace che è testimone del gesto eroico del padre che, ingannando il futuro genero, decide di andare lui a posizionare manualmente la carica che farà esplodere l’asteroide evitando così l’impatto con la Terra.
Un gesto eroico per l’umanità e la benedizione estrema all’unione della figlia con A.J. come a dire “So che me ne posso andare perché so che tu la proteggerai e l’amerai”. Tutto questo, sull’iconica canzone I Don’t Want To Miss a Thing degli Aerosmith, curatori dell’intera colonna sonora. E possono pure parlare di prodotto senza spessore, ma Bruce Willis rimane un’eroe e le lacrime di Liv Tyler ti prendono lo stomaco e i soldi al botteghino.