IL DIAVOLO VESTE PRADA RIPORTA IN AUGE LA COMMEDIA ROSA REGALANDO UN GOLDEN GLOBE A MERYL STREEP E LA NOTORIETÀ AD ANNE HATHAWAY
Era il 2006 quando il nome di David Frankel ritorna sul grande schermo grazie a Il Diavolo veste Prada. La trasposizione cinematografica del romanzo di Lauren Weisberg, regala a Meryl Streep un altro Golden Globe e il trampolino di lancio per due nuove attrici ora affermate: Anne Hathaway ed Emily Blunt.
Il Diavolo veste Prada, raccontando il dietro le quinte di una rivista di moda, ha dato nuova vita alla commedia romantica. Se in Pretty Woman la protagonista era una ragazza in cerca d’amore, rielaborando la più classica delle favole Disneyane, le giovani donne nel 2000 sognavano altro.
La loro affermazione non avviene con un Richard Gere che si arrampica, nonostante le vertigini, su di una scala antincendio, ma al lavoro. Vedere che una ragazza qualunque riesce a ottenere un posto di lavoro per cui “migliaia di ragazze ucciderebbero” è il nuovo sogno.
Con un solo budget di 35 mila dollari, il Diavolo veste Prada è riuscito a incassare 326 milioni di dollari a livello mondiale, regalando perle di cinismo e crudeltà alle quali non si può che sorridere. Perché se l’affermazione “assumi la ragazza sveglia e grassa” sarebbe da riportare, come minimo, alle risorse umane, la freddezza con cui ogni personaggio tratta il prossimo, dà un’immagine di tutto ciò che le persone devono affrontare per lavorare in un settore altamente competitivo. Un settore dove anche la dolce Andrea Sachs (Anne Hathaway) si ritrova a soffiare da sotto il naso il sogno della sua collega.
A dare ritmo al film, non solo le battute al vetriolo ma anche una colonna sonora che pesca nel cilindro del pop canzoni come Vogue o Jump di Madonna o Suddenly I See di KT Tunstall. Scena centrale e indimenticabile, poi, la trasformazione di Anne Hathaway da gonna della nonna a donna alla moda con il campionario della rivista. Come una piccola Cenerentola, con una Fata Turchina interpretata da Stanley Tucci, il personaggio della Hathaway imita le sue colleghe di lavoro vestendosi con abiti firmati e curando di più il suo aspetto esteriore.
Come già detto, sono tante le battute che costellano il film, e la “Nancy Gonzalez, l’adoro” di Tucci è una di quelle. Infatti, se le due grandi protagoniste principali sono la Streep e la Hathaway, il film avrebbe sicuramente tutto un altro sapore se a reggere il gioco delle due donne non ci fossero i personaggi di Nigel (Tucci) e Emily (Emily Blunt). Il primo, impeccabile e sempre pronto per ogni esigenza di Miranda Priestly, interpretato dalla Streep, sogna di avere un riconoscimento dall’algida signora della moda. Emily, invece, è una segretaria come Andrea, ma al contrario, adora il suo lavoro nonostante le richieste pazze e molte volte infattibili del capo.
Il Diavolo veste Prada è un mix di cinismo, freddezza e sfarzo della moda che conquista e dà esempio di come anche una commedia rosa possa intrattenere senza pretese, riuscendo comunque ad arrivare nelle nomine dei Premi Oscar.