I segreti di Wind River: recensione

I SEGRETI DI WIND RIVER, UN WESTERN MODERNO DAL TONO SOMMESSO E DAL RITMO CADENZATO DI UNA MARCIA FUNEBRE

i segreti di wind riverGENERE: thriller

USCITA IN SALA: 5 aprile 2018

DURATA: 111 minuti

VOTO: 3,5 su 5

Cory Lambert (Jeremy Renner), un cacciatore solitario, trova il cadavere di una ragazza durante un’escursione tra le nevi di una riserva indiana. Ad indagare viene inviata la giovane agente dell’FBI Jane Banner (Elizabeth Olsen), impreparata al gelido freddo del posto. Perfetto conoscitore del luogo e dei suoi abitanti, Lambert si unisce a Banner per aiutarla a risolvere il caso. L’indagine metterà le loro vite a durissima prova.

Taylor Sheridan, dopo aver scritto Sicario e Hell or high water, dirige il suo secondo film già vincitore del premio della miglior regia all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, proiettato in anteprima al Sundance Film Festival e presente nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival.

I segreti di Wind River (che nel titolo italiano rimanda al lynchiano I segreti di Twin Peaks) è un western moderno che ha il tono dimesso e il ritmo cadenzato di una marcia funebre.

A Wind River, dove è ambientata la vicenda, tutto è scandito dal maltempo e dalla quantità di neve che di volta in volta si deposita a terra. La sfida non è solo quella di scoprire la verità su un assassinio, ma anche di sopravvivere ad un territorio ostile. La provincia americana, come cinema e tv ormai ci hanno abituato, è terreno pregno di segreti e violenze che si insinuano sotto la superficie. L’apparente quiete diventa sinonimo di pericolo imminente. L’eccessivo silenzio può uccidere o stimolare comunque pensieri negativi. La terra del Wyoming, rispettata e sacralizzata, finisce con l’imprigionare che la abita, specialmente le generazioni più giovani. Una terra da cui è difficile fuggire e allo stesso tempo separarsi.

La comunità, popolata per lo più da nativi americani, viene violata da un delitto che provoca un infinito, doloroso e misurato silenzio. Ad un cacciatore il compito di portare idealmente la croce sulle spalle e restituire un qualche tipo di giustizia ai genitori della vittima. Spinto dalla voglia di riscatto per qualcosa che avrebbe dovuto fare molto tempo prima, il Cory Lambert perfettamente interpretato da Jeremy Renner è l’emblema di un’umanità che la neve sembra voler coprire, ma che riaffiora negli sguardi dolorosi scambiati con il padre della vittima e in quelli complici con la sua giovane compagna di sventura.

A Wind River è forte il senso di appartenenza alla comunità, alla famiglia e alla terra, tratti distintivi dei nativi americani. Ma allo stesso tempo vi è anche la brutalità della violenza perpetrata in particolar modo sulle donne, anch’essa figlia della dolorosa storia degli indiani d’America.-

Cristian Scardigno

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