ALLA 13ESIMA FESTA DEL CINEMA DI ROMA L’ULTIMO FILM DI ROBERT REDFORD E LE WOMEN IN FILM
Festa del Cinema di Roma – Anche se non è il primo annuncio di addio alle scene per Robert Redford, potrebbe essere quello definitivo. “Mai dire mai”, aveva affermato nell’ultima intervista, mettendo evidentemente le mani avanti, ma dopo più di sessant’anni di carriera, questa volta, il protagonista di film cult come “La Stangata” e Come eravamo” sembra aver scelto con cura l’ultimo ruolo della sua vita.
La storia (vera) di Forrest Tucker è quella di un uomo ultra settantenne che per ogni rapina compiuta – 17 per la precisione -, è stato arrestato, per poi riuscire ad evadere tutte le volte. Questa trasposizione su pellicola, getta una visione differente rispetto a molti film del genere dove tutto ruota intorno ai soldi e l’avarizia è il movente. In “The old man with the gun” per Forrest il brivido non è dato dalla rapina in sé ma alla riuscita del colpo. Senza mai usare la violenza, questa simpatica canaglia, preferisce il brivido e l’adrenalina al denaro, tant’è che tiene il bottino nascosto senza mai toccarlo.
Ci troviamo davanti a un vecchio rapinatore che svaligia in serie banche di tutta America con il sorriso e una gentilezza così disarmante da rendere impossibile a chiunque rifiutarsi di riempire la borsa con i soldi.
Un farabutto gentiluomo, in un film dalle risate assicurate, è stata una decisione profondamente ponderata e in qualche modo metaforica per Redford. Il protagonista, infatti, non riesce a tenere a bada il suo spirito da Peter Pan e, pur essendo in là con gli anni, ancora non si sente sul viale del tramonto; forse un indizio che Redford vuole lanciarci, forse la sua carriera da attore si è conclusa ma la vita da pensionato per lui è ancora lontana: che sia un sottinteso per i suoi progetti futuri?
Totalmente di altro genere “Light As Feathers” che cade a pennello per la giornata del Red Carpet delle donne alla Festa del Cinema di Roma che portano avanti il movimento internazionale “5050 by 2020” (per sostenere lo sviluppo professionale e la rappresentanza delle donne nell’industria dei media e dell’audiovisivo e per promuovere pari opportunità di impiego e di tutelare gli interessi delle professioniste del settore).
Ci troviamo in una cittadina polacca in cui un adolescente si trova a vivere e a interfacciarsi con una famiglia matriarcale, composta da bisnonna, nonna e madre, la quale ha costruito un rapporto morboso e ambiguo con il figlio quindicenne Eryk. Opprimente e gelosa, tirannica ma anche molto affettuosa, porta il giovane a non saper esprimere e soprattutto a non saper fare distinzione tra l’amore e il possesso, la volontà e la violenza, così da portarlo ad abusare della sua vicina di casa, nonché fidanzatina, che si esprime raramente ed è completamente succube di ciò che il ragazzo le dice di fare. Un film sulla realtà rurale polacca, in cui il maschilismo domina su tutto.
A cura di Valentina Tonini Del Furia