BARRY JENKINS SUL RED CARPET DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA PRIMA DEL DILUVIO
La quarta giornata della Festa del Cinema di Roma ha fatto luce sulle emozioni che il cinema riesce a regalare allo spettatore, ponendo lo sguardo sulle sfide della vita. If Beale Street Could talk del regista Premio Oscar Barry Jenkins fa emergere le pieghe delicate dell’inaspettata prospettiva della maternità per una giovane donna senza più un compagno al suo fianco: suo marito è stato arrestato per un crimine che non ha commesso e lei fa di tutto per scagionarlo. Kursk di Thomas Vinteberg racconta la lotta alla sopravvivenza dei marinai del sottomarino K -141 Kurst, che in seguito a due esplosioni interne fu spedito sul fondo delle acque artiche del Mare di Barents.
Mia et le lion blanc di Gilles de Maistre propone la sfida di Mia per salvare il leone con cui aveva stretto un legame speciale. Film molto atteso e applaudito dalla stampa è Beautiful Boy del belga Felix Van Groeningen, adattamento cinematografico di Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction, libro del 2008 basato su una storia vera e scritto da David Sheff.
Un film intenso, dai continui flashback e una colonna sonora incalzante, che disegna una sottile linea di empatia per 112 minuti nel ritrarre l’affetto incrollabile e il coraggio di una famiglia di fronte alla dipendenza del figlio da metanfetamina. Una lotta per il recupero che coincide con un inno alla vita, ma che al tempo stesso lascia scaturire emozioni contrastanti nello spettatore. Interpretazioni impeccabili quelle di Timothée Chalamet, amato in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, e soprattutto del poliedrico Steve Carell.
A cura di Beatrice De Sanctis