Halloween: ancora Michael Myers

IL NUOVO CAPITOLO DI HALLOWEEN È L’OCCASIONE PER RIVISITARE IL CLASSICO DEL 1978 DIRETTO DA JOHN CARPENTER

HalloweenIn attesa dell’uscita del prossimo Halloween, undicesimo della serie contando tutte le reiterazioni e diretto sequel del capostipite, il maestro John Carpenter e l’amico fidato Nick Castle, sceneggiatore e uomo dietro la maschera di Michael Myers, tornano alla USC, University of Southern California dove tutto è iniziato, per celebrare l’anniversario della pellicola e raccontare retroscena della lavorazione del film originale. Tra battute e riflessioni su una carriera che dura da quarant’anni, Carpenter rivela la creazione di un film ritenuto tra i capisaldi del genere horror.

Il film mi era stato commissionato. Volevano che dirigessi una storia dal basso budget chiamato Babysitter Murders, perché tutte le adolescenti in America avrebbero potuto riconoscersi. Successivamente fu deciso di ambientarlo nella notte di Halloween, da cui il titolo. Michael Myers era stato concepito come un amalgama tra un essere umano e una forza soprannaturale. Gli sparano e non muore, appare al buio, ma cammina come un uomo. È una forza del male che si muove tra le strade di una piccola città di provincia”.

Il regista e Castle narrano storie differenti su come l’amico sia finito per vestire i panni di Myers. La seconda è forse la più romantica e quella a cui ci piace credere. Racconta Castle: “Sapevo che John era in procinto di iniziare e che avrebbe girato a meno di un miglio da casa mia su Laurel Canyon. Gli chiesi di poter essere presente, in modo da vederlo dirigere. Se vuoi diventare regista non c’è niente di meglio che aggirarsi su un set. E John rispose – mettiti la maschera così resti qua tutto il tempo”. Quella maschera, diventata una vera e propria icona, mai assente da qualsiasi festa di Halloween che si rispetti, è in realtà la faccia dell’attore William Shatner: “Tommy Lee Wallace, il nostro art director, andò su Hollywood blvd ad un negozio chiamato Magic shop che credo non esisti neanche più e tornò con due maschere, una di Shatner, Captain Kirk e quella di un clown. Gli cavò gli occhi, la ricoprì di vernice bianca con lo spray e ritoccò  i capelli. Mi chiese quali preferissi. Dava una sensazione strana a vederla e la indicai subito”.

Ovviamente, il film di Carpenter lanciò anche la carriera di Jamie Lee Curtis, allora appena diciannovenne, e creò nell’immaginario collettivo l’idea della ragazza che si salva dalle forze del male grazie alla propria innocenza. Ma Carpenter la vede diversamente: “Laurie ha similarità con Michael Myers, motivo per cui canticchia la canzoncina nel film, c’è una connessione tra loro di cui non si rendono conto. Lei trionfa a dispetto di questo. Personalmente non ho mai compreso la lettura come punizione delle ragazze sessualmente attive, l’idea che debba essere la vergine a salvarsi, non era la mia intenzione”.

Quattro anni più tardi Carpenter avrebbe diretto il remake de La Cosa, la cui versione originale appare in tv mentre Laurie fa da babysitter ai bambini. “Al tempo non esistevano le videocassette, avevo bisogno di mettere qualcosa in tv per la maratona horror. Utilizzammo video da ¾ pollici, che posseggo personalmente. Non avevo idea di cosa avrei fatto dopo, quando mi offrirono La Cosa inizialmente ero indeciso, proprio perché è uno dei miei film preferiti”.

Il nuovo Halloween è diretto da David Gordon Green e, oltre a vedere il ritorno di Jamie Lee Curtis, può vantare anche nuove musiche composte da Carpenter e la presenza di Nick Castle. “David e i suoi collaboratori (Danny McBride, Jeff Fradley, ndr) lo hanno preso molto seriamente. Sono fan del primo, del genere e hanno molto in comune con noi a quel tempo. Trentenni come eravamo noi, magari David ha un po’ più di esperienza come regista, garantisco che il film è riuscito bene. L’horror è un genere che c’è sempre stato e sempre ci sarà, la gente adora il brivido”.

 

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