ALADDIN, “GENIALE” ADATTAMENTO LIVE ANIMATION DELL’OMONIMO CARTOON DISNEY
GENERE: fantastico
DURATA: 128 minuti
USCITA IN SALA: 22 maggio 2019
VOTO: 4 su 5
Aladdin (Mena Massoud) è un ragazzo povero che vive di stenti. Un giorno fa la conoscenza della principessa Jasmine (Naomi Scott), la quale sotto mentite spoglie si aggira per il mercato popolare, desiderosa del contatto con la gente comune. Scatta qualcosa tra i due, ma la ragazza scappa di corsa per tornare al palazzo. Aladdin, ancora ignaro della vera identità della ragazza, si intrufola nel castello per cercarla. Qui viene scoperto e catturato da Jafar (Marwan Kenzari), il quale in cambio della vita lo costringe ad entrare nella Caverna delle Meraviglie per rubare la lampada magica. Aladdin rimane intrappolato ma ha con sé la lampada e spetterà a lui far miglior uso dei tre desideri concessogli dal genio.
Personalmente siamo ancora convinti che i grandi classici Disney sia meglio goderseli in versione animata che live action, tuttavia i tempi cambiano, bisogna rassegnarsi all’idea che le nuove generazioni possano reputare datate le vecchie versioni, star qui a lamentarsi, dire che era meglio una volta non ci fa onore. E allora ammettiamo che queste rivisitazioni con attori in carne e ossa diventano sempre più irresistibili e appaganti. Aladdin mescola vecchio e nuovo, passando per il musical di Broadway; alcune sequenze restano identiche (“Il mondo è mio“), altre sono piacevoli novità, come il tanto pubblicizzato numero musicale solista della principessa Jasmine, che nonostante possa sembrare spiazzante, è potente quanto ben scritto. È come vedere Pinocchio burattino diventare finalmente un bambino vero.
E poi c’è la questione genio della lampada. Will Smith è il vero mattatore della pellicola, così come lo fu Robin Williams nella versione a cartoni animati e, seppure ci sono parecchi parallelismi tra i due, Smith riesce comunque a renderlo proprio, a dargli la sua personalissima impronta, portando tanto del suo bagaglio pop nel personaggio. Il Genio di Will Smith è la somma di tutti i suoi personaggi precedenti, c’è dentro il principe di Bel Air, c’è il rapper che alla fine degli anni ‘90 impazzava su Mtv tra balli e rime, c’è Hitch che dispensa consigli su come conquistare le donne. Per contraltare la mano di Guy Ritchie dietro la macchina da presa è pressoché inesistente, puramente al solo servizio della Disney.
Qual è allora la chiave che rende Aladdin un film riuscito? Quello che sta alla base di qualsiasi film, di qualsiasi genere, le emozioni. Il film tocca tutte le corde giuste, la favola immortale di Aladino arriva al cuore fino a commuovere, anche quando la storia è nota, non si riesce a far a meno di sentirsi immersi in questo mondo fatato. Il cast è affiatato e affascinante, l’aiuto della computer graphic è dosato al punto giusto, i momenti teneri, quelli buffi, quelli drammatici si alternano come nella migliore delle formule magiche Disney. Aladdin è un successo annunciato.