Toy Story 4: recensione

TOY STORY 4: SI RIPARTE DA WOODY, PER UNA NUOVA AVVENTURA CHE RAGGIUNGE LA MATURITÀ

toystory4GENERE: animazione

DURATA: 100 minuti

USCITA IN SALA: 26 giugno 2019

VOTO: 3.5 su 5

Un saga che sembrava aver raggiunto la giusta chiusura con l’ultimo capitolo, un’ottima trilogia per altro, si riapre con una nuova avventura. L’inizio di Toy Story 4 dedica qualche minuto ad un breve ripasso del passato. Al primo ‘padrone’ di Woody, ovvero Andy ragazzino diventato grande, il quale ha passato i giocattoli alla più piccola Bonnie. E poi si getta subito nella novità, un giocattolo che non è un giocattolo, un pupazzetto costruito dalla stessa Bonnie con materiali di scarto (lo scheletro principale è un forchiaio ovvero mezzo cucchiaio mezza forchetta) che lei battezza Forky. Ma dal cestino dei rifiuti arrivava e al cestino di rifiuti vuole tornare.

Woody, che qui torna ad essere il fulcro della storia, si assume su di sè la missione di riportarlo ogni volta tra i giocattoli, perchè si rende conto dell’importanza che ha per la bambina. Anche se non è più lui il giocattolo preferito, è la felicita della piccola quello che conta, motivo della sua esistenza. Domanda esistenziale che lo stesso Forky si pone.

Per portare una ventata d’aria fresca alla serie si parte innanzitutto da un copione ben scritto: l’idea è quella di un passaggio di età anche per i giocattoli, non solo per i loro proprietari. Anche i giocattoli crescono, lo si potrebbe intitolare. Forse non si può per sempre passare dalla mani di un bambino all’altro, bisogna anche sapere accettare il cambiamento, la vecchiaia e il fatto che certi giochi sono destinati alla soffitta. Woody è talmente ancorato al ricordo di Andy e all’idea di voler dare lo stesso supporto emotivo a Bonnie che non si accorge di come i tempi passino. L’intera esperienza gli insegna la necessità di evolversi. Dovrà essere lui stesso a prendere una decisione in questo senso, non aspettare di essere giocato.

L’universo di Toy Story ovviamente si arricchisce anche di nuovi personaggi, dalle macabre marionette all’antagonista principale Gabby Gabby, dall’apparenza così dolce, eppure così perfida, le cui motivazioni non nascono certo da pura cattiveria. Ogni personaggio ha il suo percorso di crescita in questo capitolo, seppur il centro focale rimanga sempre Woody. Certo il fascino dell’idea originale è andato sminuendosi, siamo pur sempre ad un quarto capitolo, tuttavia il film diverte, fa riflettere e chiude il cerchio con una buona morale di fondo; forse non tocca i picchi dei precedenti, ma non manca di coinvolgere emozionalmente.

 

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