IL CORVO DI ALEX PROYAS CON BRANDON LEE: UN RACCONTO FATTO DI SOFFERENZA E FOLLIA
Non importa che passione ognuno di noi abbia, non importa se siamo riusciti a tramutarla in un lavoro reale o se è la valvola di sfogo che ci permette di interrompere l’apnea di cui troppo spesso cadiamo prigionieri. C’e’ un sottilissimo filo che unisce ogni tipo di arte, ed e’ la necessita’ di raccontare, di dare forma a quello che celiamo con tanta gelosia e che spesso finisce con il confonderci, renderci schiavi.
Fra gli innumerevoli, l’altro giorno ci è tornato all mente il caso di James O’Barr e del suo fumetto Il Corvo distribuito per la prima volta nel 1988-1989. Sono andata a cercarne una copia, perché in mente avevo il film diretto da un magnifico ed indimenticabile Alex Proyas in cui ad emergere era tutta la sfera dark oltre, chiaramente, alla feroce sofferenza psicologica del protagonista resa ancora più violenta dalla morte dell’attore Brandon Lee in seguito ad un incidente sui set.
Ecco, le immagini mi hanno abbagliata nonostante il colore sia quasi inesistente. Tutto è cosi “semplicemente” cupo e lugubre, tutto richiama i concetti di morte, sofferenza e vendetta. Forse in quelle immagini statiche mosse solo dalle parole del fumetto si cela tutta la rabbia dell’autore, torturato per anni dai sensi di colpa dopo aver perso la sua fidanzata in un incidente senza essere riuscito a salvarla.
La trama incarna perfettamente la necessita’ di raccontare, di “fare uscire” quella sofferenza e quella rabbia che se tenuta dentro e’ destinata a consumare. James O’Barr perde la sua fidanzata in un incidente ed è allora che comincia a pensare alle tavole unendo la sua tragedia personale alla storia di due ragazzi di Detroit, uccisi per un anello da 20$. Le tavole sono cupe ed inquietanti, quasi a voler sbattere in faccia al lettore l’angoscia, in cerca di un modo per condividerla, forse di alleggerirla.
Nel 1994 esce il film, che raccoglie il messaggio da degno successore sperimentando un’unicità visiva incredibile. Emerge una profondità emotiva conturbante ed indubbiamente arricchita dal chiaro omaggio alla morte dell’attore (al quale, peraltro, e’ toccato lo stesso destino del padre Bruce). Debutta al vertice del botteghino diventando un film cult e dando cosi vita a 3 sequel ed una sere tv.
Pieno di classe e di energia oscura e torbida, Il Corvo è una festa visiva. Ricco di azione che possiede anche un’anima instancabile e una sete di vendetta e violenta (passatemi il forzato ossimoro) giustizia.
Le differenze:
- Nel fumetto Eric e Shelly (i due fidanzati protagonisti) vengono aggrediti e uccisi per caso dopo che loro auto li lascia in panne su una strada isolata mentre nel film l’aggressione e’ premeditata dalla banda di malviventi che fa irruzione in casa nel corso della blood night.
- Nel fumetto inoltre, la banda non incendia le abitazione nella notte di Halloween.
- Il capo della banda è T-Bird, mentre nel film Top Dollar.
- Top Dollar e’ sciatto e annientato dalla droga nel fumetto, mentre nel film si veste di una violenza carismatica angosciante.
Da leggere e da guardare. Da ri-leggere e da ri-guardare.