FILMING ITALY, SI APRE IL FESTIVAL ALLA PRESENZA DI CLAUDIA GERINI, ROSARIO DAWSON E DELLA PRODUTTRICE DI “JOJO RABBIT” CHELSEA WINSTANLEY
“Tanti film fenomenali sono girati da donne”, ci dice Chelsea Winstanley, produttrice di Jojo Rabbit, nonché moglie del regista Taika Waititi. “Noi donne meritiamo la stessa esposizione e le stesse possibilità. Diciamocelo, per troppo tempo l’industria è stata comandata da uomini, bianchi, e vecchi. Serve un cambiamento dall’alto al basso; renderci parte delle conversazioni ai vertici, e, con grazia, farsi da parte”. Le chiediamo se gli eventi degli ultimi due anni, come il processo Weinstein, stiano davvero cambiando lo stato delle cose. “Spesso quando c’è un cambiamento, inevitabilmente c’è resistenza. C’è chi dice, cosa vuol dire questo per me? Che perderò la mia posizione di potere? Il mio lavoro? Bisogna abbandonare quella paura al cambiamento. È come ha detto Bong Joon-ho riguardo ai sottotitoli, se vi lasciate andare, aprirete le porte dei vostri occhi, cuori e menti a tanti altri film incredibili”.
Nella sua serata d’apertura il festival ha premiato diverse donne. Oltre alla già citata Winstanley, miglior produttrice, anche l’attrice di Orange is new black, Jackie Cruz: “Sono felice di far parte di questo gruppo di donne, fonte d’ispirazione per me che vengo dalla Repubblica Dominicana. Poter vedere le mie origini rappresentate sullo schermo è motivo di orgoglio, grazie per il contributo a creare più opportunità per le donne”. Un premio anche alla cantante pop lirica Romina Arena, celebre per aver aggiunto testi alle musiche di Ennio Morricone: “Ho ricevuto tanti premi in Italia, ma non sono mai stata premiata dagli italiani a Hollywood, e ho vissuto qui tutta la mia vita! Ho aspettato tanto questo momento”.
Premio come miglior documentario all’artista Nana Ghana, autrice di LA woman rising: “È una lettera d’amore alla città che amo, Los Angeles. Un film che celebra e mostra compassione verso le vere donne”. Il film è prodotto da Rosario Dawson, la quale ha sfidato il traffico cittadino per essere presente. “Ero sul set dalle 3:18 di stamattina, sedici ore di lavoro. Ma dovevo esserci per Nana. È una donna straordinaria. Scrittrice, cantante, ballerina, produttrice, regista, attrice, la mia partner di ballo per le strade di New Orleans, dove ci siamo conosciute. Mi fa piacere che la targa dica il potere delle donne e non la donna di potere. Spesso mi sento dire che miei ruoli sono di donne forti, invece penso di interpretare ogni tipo di donna, donne vulnerabili, e penso che tutte siano comunque di natura forte”.
Tra tutto questo girl power anche l’attore William Baldwin, il quale ammette di essere un po’ fuori dal giro a causa del cancro diagnosticato al figlio adolescente nell’anno appena trascorso, ma di essere riuscito a vedere Marriage story e Dark Waters con Mark Ruffalo. L’attore concorda che ci siano stati cambiamenti importanti nell’industria, ma non è abbastanza. “È ciclico. C’è un anno buono e poi due o tre in cui tutte le donne nominate come miglior attrice non protagonista hanno solo poche battute. Ma tutto dipende dal mercato. Se un film con le donne fa un botto di soldi, quello guiderà il mercato. Un film come Thelma e Louise può aprire tante strade. Ci vorrebbe un altro Thelma e Louise”. Baldwin lamenta anche la poca voglia delle major di scommettere sulla creatività: “È tutto una formula già vista, la copia di una copia. Ed era così anche quando ho iniziato io, ma almeno era un 50/50. C’era il film popcorn e il film d’essai. Dopo Sesso bugie e videotape tutti gli studios corsero a creare una sottodivisione per il cinema indipendente. Quando fu nominato Gosford Park, non ricordo l’anno, gli altri quattro nominati erano tutti film indipendenti, solo un film di una grande major. Dopo il crack del 2008 tutto il capitale che poteva essere investito nel cinema indipendente è sparito e non è più tornato nella forma che vorremmo. Non ho nessun problema con la Marvel, ma sembra che qualsiasi cosa che esca fuori sia un remake di un telefilm degli anni settanta o un dispendio di effetti speciali senza sostanza. C’è bisogno di una comunità artistica creativa indipendente e vibrante. Propria come la comunità internazionale”.