LA NUOVA SERIE TV NETFLIX, DIRETTA DA RYAN MURPHY, SI ISPIRA E PORTA IN SCENA LA VERA STORIA DI ALCUNE STAR DEGLI ANNI 40/50
Continua il sodalizio del regista Ryan Murphy con Netflix: dal primo maggio è disponibile infatti la sua nuova serie tv, proprio sulla famosa piattaforma di streaming. Il titolo quanto mai chiaro e iconico: Hollywood.
Scritta da Murphy e Ian Brennan, Hollywood prende piede alla fine della seconda guerra mondiale, seguendo un gruppo di aspiranti attori, registi e altre figure professionali del mondo del cinema, in cerca del successo. Ma non è tutto oro quel che luccica: dietro allo sfavillio dell’industria cinematografica più famosa del mondo, i protagonisti si trovano ad affrontare un sistema ingiusto e discriminatorio.
La miniserie, composta da 7 episodi, è ben lontana dal voler proporre uno sguardo certo e preciso sullo scintillante mondo della Hollywood di una volta, ma volge piuttosto a raccontarne una personale visione con occhio moderno. Non mancano, però, riferimenti a personaggi realmente esistiti, mettendo in scena non solo nomi ma anche aneddoti.
Nello show vengono nominate e fatte apparire molte celebrità dell’epoca, come ad esempio Vivien Leigh, la Rossella O’Hara di Via col vento. Appare ad una cena a casa del regista George Cukor, e viene mostrata in un momento delicato della sua vita, durante cui il matrimonio con Laurence Olivier è in bilico e lei soffre di depressione, attacchi isterici e crisi maniacali.
Al centro del racconto della serie però c’è la realizzazione di una pellicola complicata per l’epoca, tanto da poter cambiare la storia: quella sulla vicenda di Peg Entwistle, attrice realmente esistita della quale si ricorda la triste fine. Quando infatti il suo film fu bloccato e la sua parte tagliata, la ragazza di appena 24 anni si uccise gettandosi dalla lettera H della famosa scritta Hollywood, che campeggia su LA.
A fare il provino per il ruolo del fidanzato di Peg, nella serie, arriva un acerbo Rock Hudson. Alcuni dettagli della sua vita vengono raccontati, come le sue origini e il suo triste esordio, che richiese numerosi ciak per una sola frase. Nonostante non avesse mai dichiarato la sua omosessualità (come si evince in Hollywood), ebbe numerosi partner maschili. A rappresentarlo fu fin dagli esordi l’agente Henry Willson, che all’epoca rappresentava anche Lana Turner (come viene ricordato in una scena). Non era un segreto che per ricevere un ruolo o un provino i suoi cliente dovessero concedersi sessualmente a Willson, come non era un mistero la sua omosessualità. Si ricorda tra le sue prime relazioni quella con il suo cliente Junior Durkin, morto in un incidente stradale: la storia, nella serie, viene fatta raccontare dallo stesso agente.
Altri due attrici dell’epoca vengono inserite nella trama: Anna May Wong e Hattie McDaniel. La prima è stata la prima asiatica a diventare una celebrità internazionale, non senza difficoltà e delusioni cocenti. La seconda è ricordata per essere stata la prima afroamericana ad aver vinto l’Oscar come Migliore attrice non protagonista per Via col vento, nel 1940. Nonostante le numerose partecipazioni a centinaia di pellicole, i ruoli che le vennero affidati furono sempre stereotipati. Nella serie racconta alla giovane attrice di colore Camille la sua esperienza negativa alla cerimonia di premiazione, segnata dalle regole sulla segregazione razziale.
Nel cast troviamo numero vecchie conoscenza di Murphy, a partire da Darren Criss, col quale ha lavorato in Glee, David Corenswet scelto nel più recente The Politician, Patti LuPone (Pose), Dylan McDermott (American Horror Story), ai quali si affiancano Jeremy Pope, Samara Weaving, l’indimenticabile Jim Parsons di The Big Bang Theory, Laura Harrier, Maude Apatow, Joe Mantello, Holland Taylor e Jake Picking, oltre a Mira Sorvino, Queen Latifah e Rob Reiner.