I RAGAZZI STANNO BENE CI MOSTRA TUTTO IL POTERE DELL’A-MORE E DELLA SUA COMUNICABILITÀ
La pellicola “I Ragazzi Stanno Bene” narra la storia di una coppia composta da Nic e Jules, interpretate da Annette Bening e Julianne Moore,che mostrano di aver costruito una relazione profonda basata su complicità, affetto, comprensione e vera comunicazione.
In questo clima di complicità le donne hanno dato alla luce uno per ciascuna due figli, una femmina e un maschio: Joni (interpretata da Mia Wasikowska) e Laser (interpretato da Josh Hutcherson), avuti grazie a un donatore di sperma. Quando Joni compie diciotto anni, il fratello la esorta a rintracciare alla banca del seme il nome del padre per poterlo conoscere. Joni scopre l’identità del padre, un certo Paul (interpretato da Mark Ruffalo), dongiovanni che gestisce un ristorante biologico alla periferia di Los Angeles e con il fratello iniziano a frequentarlo.
Quando le madri scoprono la frequentazione dei figli non resta loro altro da fare che inserire Paul all’interno della famiglia ma i ruoli verranno presto compromessi dalla prorompenza dell’uomo che costringerà tutti i componenti del nucleo familiare a rivedere i loro sentimenti e rileggerli alla luce delle nuove vicende.
I Ragazzi Stanno Bene è una pellicola apparentemente trasgressiva di fatto non lo è, apparentemente stereotipata di fatto non lo è. Ma cos’è? Ci chiediamo sconcertati dopo aver realizzato il costrutto perfettamente riuscito della regista nel voler trasmettere valori consolidati e tradizionali con un linguaggio nuovo in modo tale che non risulti stereotipato e intriso di pruderie e sentimentalismo. È semplicemente una storia d’amore dove vengono coniugati strumenti capaci di affascinare anche le giovani generazioni alla ricerca di una identità.
Operazione già riuscita un tempo al grande regista con la pellicola “I segreti di Brokeback Mountain” nel 2005, che gli valse il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Pellicola più drammatica quella, mentre “I Ragazzi stanno bene” è annoverata come commedia brillante.
I due Film hanno in comune l’amore. Il sentimento con la A maiuscola indipendente, al di sopra ed al di fuori dal gioco dei ruoli e dalla sessualità, che sono sì presenti, ma che arrivano dopo, a farci riflettere e ragionare.
Film delicato senza troppe enfatizzazioni, sbavature, esagerazioni, riesce a farci apparire straordinario anche ciò che appartiene all’ordinario e al quotidiano, così come in pittura ha fatto Velasquez, il grande pittore spagnolo che riuscì a far apparire metafisica persino la donna che cuoce un uovo nel dipinto: “Vecchia che cuoce le uova“, in cui l’immobilità e la semplicità sono gli ingredienti fondamentali del capolavoro. Una provocazione dissacrante anche la mia? Chissà! Però nel tentativo ben riuscito della regista Cholodenko di mostrarci una quotidianità semplice in maniera totalmente nuova, quasi metafisica, non appare tanto sconvolgente il collegamento.
Veniamo come pervasi da un’unica, innegabile realtà: la sincerità è il filo conduttore di ogni relazione umana. Senza addentrarsi nell’ormai fin troppo conosciuta palude del concetto di “famiglia”, quello che emerge davvero qui è la quotidianità. Quella che colpisce ognuno di noi, ogni relazione umana. Nessun nucleo familiare ne è esente. Farci i conti è forse la più estenuante battaglia che siamo chiamati a combattere.
Il paradosso dell’incertezza che pervade ogni giornata all’interno di un termine che delinea invece quella “calma piatta” da cui tutti fuggiamo ma a cui tutti, allo stesso modo bramiamo. Perché vogliamo il brivido, l’avventura, il rischio, ma siamo di fatto incapaci di immaginarci senza una quotidianità.
Ecco quindi che la pellicola qui in questione dipinge una famiglia composta da due madri che lottano ogni giorno per e contro tutto quello di cui è composta. Perché si combatte per amore, per i propri figli, la relazione, la dignità, gli interessi, il lavoro…ma ognuno di noi è allo stesso tempo capace di combattere contro tutto questo mettendo in atto tutti quegli atteggiamenti sabotatori che solo l’autentica, genuina sincerità può alla fine di ogni giorno smascherare.