Bill & Ted Face The Music: recensione

BILL & TED, I DUE BUONTEMPONI CALIFORNIANI IN MISSIONE PER CONTO DEL FUTURO DELL’UMANITÀ

Bill_&_Ted_Face_the_Music_posterDURATA: 92 minuti

USCITA: 28 agosto 2020

VOTO: 3 su 5

Diverse coppie costituenti un duo comico del piccolo e grande schermo americano devono molto del proprio successo a Bill & Ted; si pensi a Wayne e Garth, Beavis & Butt-head. In Italia non sono così popolari come oltreoceano (il primo film resta ancora ufficialmente inedito), ma con il tempo la legione di fan si è allargata al punto da elevare la coppia a simbolo di culto.

In America invece sono un vero e proprio patrimonio della cultura pop e dopo quasi trent’anni dal secondo capitolo, uscito in Italia come Un mitico viaggio, sfruttando l’improvvisa popolarità di Keanu Reeves in Belli e dannati, arriva questa terza avventura che vede i due protagonisti ormai cinquantenni.

Al termine del precedente capitolo era stato profetizzato che Bill (Alex Winter) e Ted (Reeves) avrebbero scritto una canzone che avrebbe unificato il mondo in pace e armonia. Ma dopo anni di tentativi andati a male la profezia sembra essere lontana dall’avverarsi. Quando i due metallari sono pronti a gettare la spugna, i grandi leader del futuro li chiamano a sé per dargli una scadenza, dopo la quale andrà in frantumi anche il continuum spazio-temporale. Cosi Ted suggerisce a Bill la brillante idea di andare nel futuro e rubare la canzone a sé stessi, finendo per venire in contatto di volta in volta con versioni alternative di loro stessi che ancora non l’hanno scritta. Nel frattempo le figlie, uguali in tutto e per tutto ai protagonisti da giovani, con tuttavia una profonda cultura musicale, vanno a spasso nel passato a racimolare i più grandi musicisti della storia, quali Jimi Hendrix, Louis Armstrong, Mozart per mettere insieme la band perfetta per i loro papà.

Il grande pregio del secondo capitolo era stato quello di aver reinventato la storia, seguendo un canovaccio completamente diverso, pur mantenendo i toni demenziali, ma sinceri dei personaggi. Per questa terza avventura, che si porta dietro grandi aspettative da parte degli appassionati, sia per l’affetto verso i propri beniamini sia per il tetro momento storico che stiamo attraversando, si sceglie la via di mezzo. Face the music infatti mescola elementi del primo con elementi del secondo. Ci sono i viaggi nel tempo, gli incontri con i doppi, la radunanza di figure storiche, la mietitrice d’anime. Per tale motivo il film provoca più tenerezza che ilarità. Dove brilla è nelle interpretazioni di Samara Weaving e Brigette Lundy-Paine nelle parti delle figlie, le quali cercano di mettere in piedi una band di icone della musica, un po’ come facevano i Blues Brothers.

Le due attrici sono bravissime nel replicare i manierismi dei personaggi di Winter e Reeves, aggiungendo un tocco personale. È interessante la riflessione su una vita spesa ad inseguire un certo destino che non si avvera, face the music in inglese ha anche il senso più ampio di affrontare la verità. Che succederebbe se la profezia fosse sbagliata? Però è solo un accenno e soprattutto non trova il giusto spazio in un film di Bill & Ted. Questo capitolo è tanto spensierato quanto vacuo purtroppo, a volte la comicità sembra forzata. Ci sono comunque momenti genuinamente divertenti (come assicurarsi che la versione del futuro di noi stessi possa dimenticarsi di una cosa già fatta?) e William Sadler nei panni della Morte è sempre un colpo di classe, seppur poco utilizzato. A conti fatti la pellicola riesce a metà, ma fa piacere passare un po’ di tempo con questa coppia di fannulloni dal cuore d’oro.

 

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