UN ANNO SENZA SALE CINEMATOGRAFICHE MA NON SENZA FILM: ECCO UNA SELEZIONE DEI MIGLIORI THRILLER DEL 2020
In principio è stata l’Italia, in Europa, ad abbassare la saracinesca dei cinema e dei teatri. Una decisione dolorosa e sofferta, ma necessaria per ottemperare alle nuove misure di contrasto e contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Covid-19. Ci ha provato la 01 Distribution con Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, con Elio Germano, ad aprire una breccia lo scorso 4 marzo, quando la restrizione era ridotta a sole tre regioni, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Poi le cose, come sappiamo, sono precipitate: il film, bloccato dopo tre giorni, ha incassato appena 116mila euro e gli altri titoli sono rimasti in panchina, ad aspettare tempi migliori.
Nel frattempo anche la maggior parte dei paesi europei ha chiuso le sale cinematografiche e gli Usa hanno finalmente preso coscienza della gravità della pandemia dichiarando lo stato di emergenza. Un anno strano anche per il cinema, infatti molti film non sono usciti in sala ma direttamente sulle varie piattaforme. Tra i tanti film visti tra Sky, Netflix, Amazon e altre piattaforme ecco la lista dei migliori thriller di quest’anno.
The Invisible Man di Leigh Whannell con Elisabeth Moss e Storm Reid. Disponibile su Sky Cinema e Amazon Prime. Cecilia si sveglia nella notte e mette in atto la sua fuga dal compagno, il ricco Adrian Griffin, con cui ha una relazione abusiva. L’uomo la insegue persino nella foresta ma la sorella riesce a portare Cecilia in salvo. La donna, traumatizzata, continua a temere che Adrian si rifaccia vivo e l’incubo sembra finire solo quando arriva la notizia della morte di Adrian. La serenità dura pochissimo, perché inspiegabili fatti avvengono in casa di Cecilia e lei si convince di essere ancora perseguitata da Adrian, divenuto misteriosamente invisibile.
Un’opera intensa e davvero terrificante che aggiorna un classico dell’horror con intelligenza e perizia e una regia perfetta.
El Hoyo (Il buco) di Galder Gaztelu-Urrutia con Emilio Buale e Zorion Eguileor. Disponibile su Netflix. In una futura distopia, i prigionieri alloggiati in celle accatastate verticalmente guardano affamati mentre il cibo scende dall’alto, alimentando i livelli superiori, ma lasciando quelli sotto famelici. Si chiama solidarietà spontanea, il meccanismo che dovrebbe sottostare e rendere possibile la convivenza nella Fossa. Basterebbe consumare la razione di cibo necessaria al proprio fabbisogno, per far sì che tutti gli abitanti del palazzo abbiano la possibilità di sopravvivere. Questo, almeno, negli schemi dell’amministrazione.
Un momento di introspezione psicologica che permette di analizzare la situazione odierna, la fallibilità delle gerarchie sociali e dell’egoismo umano con occhi diversi, più coscienti e, probabilmente, più spaventati.
The Elevator di Massimo Coglitore, con Caroline Goodall e James Parks. Disponibile su Sky Cinema. New York, Jack è il conduttore di un quiz di successo. È ignaro però che una donna lo attende nell’ascensore del suo palazzo e, approfittando della tranquillità della festa dei lavoratori e della pigrizia del guardiano, sequestra Jack all’interno della cabina per vendicarsi. Se Jack non saprà rispondere alle domande della donna, questa minaccia di torturarlo sadicamente. Ma quali sono le ragioni di tanta crudeltà? Jack è davvero innocente come sostiene?
L’ascensore come trappola senza uscita in un thriller claustrofobico che tiene incollati alla poltrona fino alla fine con continui colpi di scena.
Hogar (Dov’è la tua casa) di David e Àlex Pastor, con Javier Gutiérrez e Mario Casas. Disponibile su Netflix . Dalle ampie vetrate si domina tutta Barcellona, è un’abitazione che rappresenta il successo, una sorta di trofeo, il raggiungimento di un traguardo economico e professionale. Ma cosa sei disposto a fare se la perdi, o se pensi che ti è stata sottratta? Nel film la risposta è: di tutto, qualsiasi cosa, anche la più terribile.
Diretto dai fratelli Pastorlix, il film è un thriller molto elegante con sfumature horror, con un buon ritmo e l’estetica di un certo cinema americano.
Searching di Aneesh Chaganty con John Cho e Debra Messing. Disponibile su Amazon Prime. David è un vedovo di origini coreane la cui figlia adolescente Margot scompare improvvisamente senza lasciare traccia. O meglio: di tracce ne ha lasciate parecchie, tutte rinchiuse dentro al portatile che ha lasciato a casa. Che cosa può fare un padre del tutto ignorante di ciò che riguarda la vita della figlia per ritrovarla? Entrare nel suo computer e ficcare il naso fra i suoi contatti e la sua cronologia web. Cosa che noi spettatori facciamo insieme a lui, perché la peculiarità di Searching è che si svolge interamente sugli schermi di due portatili: prima quello di David e poi quello di Margot.
Daniela Maria Caltabiano