33 SONO LE CANDELINE SULLA PIZZA DELLE TARTARUGHE NINJA: DAL FUMETTO AL CARTOON AI FILM GENERAZIONALI
Quattro tartarughine d’acqua dolce cadute nelle fogne di New York vengono accidentalmente in contatto con una sostanza chimica mutagena che ha la capacità di trasformare qualsiasi essere vivente nell’ultima specie con la quale si è venuti a contatto, in questo caso l’uomo che le aveva trovate e adottate, il maestro di ninjitsu Hamato Yoshi, a sua volta venuto in contatto con la sostanza e trasformato in un topo umanoide. Yoshi, cambia il suo nome in Splinter e dà ai quattro adolescenti i nomi dei suoi artisti preferiti: Leonardo, Michelangelo, Donatello e Raffaello. Insegna loro l’antica arte ninja, la meditazione e li cresce come un padre amoroso.
Non servono altre presentazioni, immagino che sia chiaro anche ai meno appassionati di chi parliamo: Le Tartarughe Ninja! I quattro eroi hanno compiuto la bellezza di 33 anni l’11 Dicembre scorso e in un momento come questo, in cui (parafrasando un altro cult degli ‘anni 90), il genere umano invoca il soccorso degli eroi. Finalmente arrivano loro, le tartarughe ninja, quattro adolescenti forgiati dal fuoco di mille battaglie! Ma epiche presentazioni a parte, il fenomeno è attuale più che mai e merita uno spazio ricordo non solo per la serie animata che tutti, almeno una volta, mangiando una merendina prima di andare a scuola, abbiamo avuto il piacere di guardare, ma anche per il genio creativo alle spalle di un prodotto diventato un cult.
Nati dalle menti e dalle matite di due fumettisti incredibili, in un periodo di cambiamenti mondiali e di musica punk, questi quattro adolescenti mutanti anfibi hanno saputo conquistare tutto il mondo con la loro ironia, il fascino delle superbe arti marziali e, beh, la pizza!
Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo: quattro nomi che hanno consacrato l’arte rinascimentale italiana che si “svestono” dell’incredibile cultura che loro stessi hanno contribuito a creare per trasformarsi in quattro tartarughe umanoidi mangia-pizza che vivono nelle fogne di New York. Ammetterete che c’è quantomeno del comico, a pensarci bene. Potrebbe apparire una sorta di blasfemia artistica, ma è proprio su questo contrasto che hanno giocato i due creatori Kevin Eastman e Peter Laird, fumettisti con l’ammirazione per Jack Kirby che nel 1983 fondarono i Mirage Studios nell’abitazione di Laird.
Incassati numerosi rifiuti dai grandi nomi dell’editoria, decidono di passare all’autoproduzione.
3275 copie vanno esaurite nel giro di poche ore e gli ordini per le ristampe arrivano di continuo. Lo stile è diretto, violento e crudo, il tratto è sporco ma dinamico, fra i vicoli sporchi, le fogne e i tetti degli edifici lontani dai grattacieli in cui sono ambientate le storie e le battaglie di questi freddi combattenti, si respira la scena punk rock degli anni 80. Tutta la rabbia e la necessità di cambiamento, di sradicamento di status quo anacronistici e a tratti dannosi.
Dopo una crescita esponenziale Eastman e Laird decidono di vendere la licenza del prodotto per la produzione dei giocattoli ispirati ai loro personaggi. Di nuovo tanti rifiuti da aziende come Hasbro e Mattel che ritenevano il progetto banale e “già visto”. E’ stata la Playmates ad interessarsi al progetto con un contratto da 160.000 dollari.
Ma c’era un dilemma non da poco da affrontare: le tartarughe Ninja del fumetto originale erano dark e violente, dei combattenti votati alla vendetta e questo non andava assolutamente bene per il target dei giocattoli destinato ai bambini. Inoltre le tartarughe erano tutte identiche fatta eccezione per le armi usate.
Il lavoro della Playmates fu quello di dare ad ogni tartaruga una caratterizzazione che la rendesse unica: conferirono loro dei ruoli (il leader, il genio, il ribelle e il festaiolo), un colore personalizzato della “divisa” e per finire una fibbia con l’iniziale del proprio nome. Tolsero anche la coda, perché nel passaggio dalla carta ai modellini sembrava più un altro tipo di appendice.
Ma chi avrebbe mai comprato dei giocattoli così particolari, sconosciuti al grande pubblico? Il fumetto era un successo in crescita, ma rimaneva nell’ambiente underground. Serviva un altro passaggio dopo quello al mondo delle figures, magari quello che aveva contribuito al successo di serie come G.I.Joe o i Masters of The Universe. Da questa necessità prende vita il cartone animato che tutti conosciamo. Il progetto andava letteralmente portato in superficie, non poteva restare nelle gallerie underground se voleva dar prova di tutto l’innegabile potenziale creativo e comunicativo di cui era portatore.
Ecco che le quattro tartarughe ninja cominciano la loro personalissima battaglia contro i nemici dell’umanità supportati da una serie di alleati. A guidarle c’è il loro mentore Mastro Splinter/Hamato Yoshi, il quale, come ricorderete è costretto a vivere in miseria nelle fogne di New York fino all’incontro con i nostri quattro eroi.
Si aggiungeranno al gruppo anche April O’Neal: giornalista di Channel 5, intraprendente e decisa e Casey Jones: un vigilante che usa attrezzi sportivi come equipaggiamento. Porta sempre una maschera da Hockey e una sacca piena di mazze di vari sport. É molto legato a Raffaello e spesso cade in preda ad attacchi di rabbia.
La serie andò avanti per 193 episodi divisi in 10 stagioni, dal 1987 al 1996, poi venne interrotta a causa del naturale calo di ascolti e delle vendite legate ai giocattoli, ma le storie delle tartarughe ninja non erano ancora pronte per la parola fine. Dal ’96 ad oggi i quattro ninja diventano protagonisti di decine di videogiochi, giochi da tavolo, tre film in live action con attori in costume e due più recenti in cui sono state utilizzate le tecniche di motion capture e CGI.
Non tutti questi side-project ebbero successo, ad esempio dei primi tre film con attori in carne ed ossa il primo prodotto come film indipendente fu un successo al botteghino e all’home video ma era più vicino allo stile del fumetto che a quello del cartone con buona insoddisfazione dei produttori dei giocattoli, così dal secondo si tornò ad uno stile più leggero, forse troppo, che non fu accolto benissimo dagli spettatori.
Le tartarughe ninja sono nate come parodia di eroi noti, in particolare di DareDevil. L’omaggio è palese nei ninja del Clan del Piede, chiaro riferimento al Clan della Mano, nemici di Devil, Elektra e Wolverine che più volte si sono scontrati con gli eroi Marvel. Quando la serie arrivò nel Regno Unito venne rinominata Teenage Mutant Hero Turtles perchè il termine Ninja ricordava troppo assassini sanguinari. Il logo e il nome modificato vennero usati su tutto il merchandise.
Comunque sia, che il genere piaccia o meno, ammettendo le lacune, i flop o i forzati riferimenti, le tartarughe ninja meritano il loro posto nel Tempio degli eroi nati dai fumetti perché diciamocelo, chi di noi non vorrebbe che la propria tartarughina non si trasformasse all’occorrenza in un valoroso alleato con cui condividere la pizza formato famiglia il sabato sera!