Il Divin Codino: il film su Roberto Baggio

DAL 26 MAGGIO SU NETFLIX ARRIVA IL FILM SU UNO DEI CAMPIONI DEL CALCIO CHE IL MONDO CI HA INVIDIATO: IL DIVIN CODINO, LA STORIA DI ROBERTO BAGGIO

Il-Divin-Codino-posterPiù di vent’anni in un pallone,
più di vent’anni ad aspettare quel rigore,
per poi scoprire che la vita
era tutta la partita.
Era nel raggio di sole
che incendiava i tuoi sogni di bambino,
era nel vento che spostava il tuo codino,
che a noi già quello sembrava un segno divino…

Le parole cantate da Diodato scritte nella canzone L’uomo dietro il campione, composta per il film biografico su Roberto Baggio intitolato Il Divin Codino, in streaming su Netflix dal 26 maggio, riescono a condensare in poche righe una vita, una carriera e l’amore di milioni di persone.

Dopo la fiction Speravo de morì prima, dedicata alla vita di Francesco Totti, ecco che un altro campione del nostro tempo, uno dei più grandi, viene raccontato attraverso lo schermo, e ciò accade a 17 anni precisi dal suo addio al calcio, avvenuto il 16 maggio 2004 a San Siro. E i ricordi che ci ha lasciato Baggio sono davvero indelebili.

La sua è stata una carriera lunga 22 anni, che lo ha visto esordire col Lanerossi Vicenza in serie C1 nel 1983. Proprio durante la partita che vedrebbe la squadra essere promossa in serie B, arriva il primo drammatico infortunio al ginocchio, che lo costringe a ritirarsi dai campi di calcio per circa un anno: solo qualche giorno prima aveva firmato il passaggio alla Fiorentina. Esordisce con la maglia viola nel settembre 1986, dopo mesi di crisi non solo lavorativa ma anche spirituale, che lo vedono trovare conforto nella fede buddhista.

A Firenze rimane fino al 1990, e con la città, la Fiorentina e i suoi tifosi stringe un legame speciale, che non avrebbe mai voluto interrompere. Ma poi arriva la Juve a non volersi far scappare il suo talento, a costo di acquistarlo per una cifra da capogiro. Dopo la Juve ci sono il Milan, il Bologna, l’Inter e infine il Brescia, allenato da Carletto Mazzone: è con questa maglia che saluta per sempre il campo da gioco, fra ovazioni e lacrime.

I suoi anni da calciatore sono segnati da altri infortuni, e i rapporti non sono sempre facili con i mister. Eriksson, Lippi, Trapattoni, Capello, tutti pronti a liberarsene appena possibile. Lui stesso, poche settimane fa, ha dichiarato in un’intervista: “Arrigo Sacchi non mi portò agli Europei del 1996 per dimostrare che gli schemi sono più importanti dei giocatori: non è arrivato ai quarti di finale…”. Il tatticismo che uccide la fantasia. Ma con Carletto Mazzone il legame è diverso: Baggio sceglie il suo Brescia rifiutando le proposte di grandi club come Real Madrid e Galatasaray, perché sa che lì può essere libero di giocare e inventare, sognando un’ultima convocazione con la Nazionale.

E parlando degli azzurri impegnati ai prossimi Europei vi diamo un aneddoto in vista del torneo. Baggio non ha mai giocato un Europeo (a parte qualche amichevole e qualche partita di qualificazione), ma solo tre Mondiali: Italia ’90, Usa ’94 e Francia ’98, senza poter però mai alzare quella coppa al cielo. Ad oggi rimane comunque impressa nelle menti l’impresa di un uomo che ha costruito la propria carriera con determinazione e coraggio e che non si è mai arreso, arrivando a conquistare il cuore di milioni di persone e un Pallone d’Oro. Oggi Baggio ammette di non seguire le partite, e che al tempo non vedeva l’ora di smettere. È felice così, passando il suo tempo sul trattore in campagna e spaccando la legna.

Il Divin Codino è diretto da Letizia Lamartire e le riprese della pellicola, che affonda lo sguardo tanto nel percorso del calciatore quanto nel privato dell’uomo, iniziate la scorsa estate a causa dei ritardi legati alla pandemia, si sono svolte tra il Trentino, Roma e Firenze. Il famoso codino che ha reso riconoscibile Baggio nel mondo compare dietro la nucadell’attore Andrea Arcangeli, già noto per la partecipazione alla serie tv Romulus. Con lui nel cast anche Valentina Bellè, Antonio Zavatteri, Thomas Trabacchi e Andrea Pennacchi.

 

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