Escape Room 2 – Gioco mortale: recensione

ESCAPE ROOM, CI RISIAMO. RINCHIUSI IN UNA STANZA BISOGNA TROVARE GLI INDIZI PER USCIRE, MA QUESTA VOLTA SI BADA PIÙ AL GRAND GUIGNOL CHE ALLA LOGICA DELLE COSE

locandina escape room 2DURATA: 88 minuti

USCITA: 15 luglio 2021

VOTO: 3 su 5

Escape Room 2 (Escape Room Tournament of Champions) riprende la trama esattamente laddove si era interrotta nel precedente capitolo e, quasi come fosse un serial televisivo, si apre con un corposo riassunto delle puntate precedenti, quel “previously on” caratteristico delle serie americane. D’altronde sono passati un paio di anni e con la velocità con cui viene consumato l’intrattenimento di questi tempi meglio rinfrescare la memoria e, soprattutto, non alienarsi chi magari del primo non hai mai sentito parlare.

La protagonista Zoey (Taylor Russell) decide di sfidare la multinazionale che ha messo in piedi il gioco, costato la vita alle persone che erano state rinchiuse con lei. Pianifica quindi un viaggio a New York con Ben (Logan Miller), l’altro sopravvissuto, per fare visita alla base operativa. L’obiettivo è quello di raccogliere le prove da presentare alle autorità, ottenere giustizia e assicurarsi che nessuno possa avere la stessa esperienza. Ma Zoey non ha fatto i conti con il potere della Minos corporation che estende i suoi tentacoli in molti campi della società. Non passa molto prima che i due si ritrovino di nuovo in una stanza, costretti a risolvere un puzzle per la libertà, insieme a nuovi concorrenti, sopravvissuti ad altre partite. Una sorta di torneo dei campioni, come da titolo.

Escape room, che si avvia a diventare un franchise a questo punto, è la diretta evoluzione di Cube e Saw, ovvero un gruppo di sconosciuti confinati nello spazio di una stanza, costretti a cercare indizi per poterne uscire. Quando un concept viene emulato ad oltranza si perde molto del fascino e mistero iniziale. In Cube per esempio non veniva mai spiegato perché i malcapitati si trovassero in quella condizione e cosa ci fosse aldilà dell’uscita. A questo Escape Room 2 sopperisce alzando la tensione e rendendo il gioco più complicato, più pericoloso e mortale. È un’arma a doppio taglio però, al confronto col precedente capitolo i puzzle sono molto più elaborati, ma risolti con grande velocità senza rendere partecipi gli spettatori del processo logico. È come se quello che interessa veramente sia la elaborata meccanica delle parti che si muovono per causare la morte più truculenta a cui si possa pensare. Così facendo si perde un po’ di credibilità. Non solo, visto che il film si avvia ad accumulare seguiti, compie il salto per diventare più simile alla serie di Final Destination che all’idea di partenza del puzzle da risolvere.

È sicuramente un ottimo prodotto di intrattenimento. Come era successo per Final Destination verso la fine della serie, si va al cinema per vedere la morte più complessa e sanguinolenta. Si bada maggiormente a quanto più complicato e difficile sia uscire dalla stanza che ai risvolti narrativi della trama. In questo il film si avvicina di più al videogioco. Gli intenti sono ben chiari, sia di che tipo di film vuole essere che a quale tipo di pubblico mirare, per tale motivo il mix di horror e azione lascerà comunque soddisfatti gli appassionati. Le basi per numerosi sequel a venire sono state certamente poste.

 

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