Ouistreham – Between Two Worlds: recensione

BETWEEN TWO WORLDS AL COLCOA FILM FESTIVAL 2021

DURATA: 107 minuti

USCITA: 2022

VOTO: 3 su 5

Between-Two-WorldsBetween two worlds (Ouistreham) è basato sul libro saggistico della giornalista investigativa Florence Aubenas, intitolato The Night Cleaner. La protagonista Marianne Winckler (Juliette Binoche), autrice di successo, per il suo prossimo lavoro decide di scrivere della povertà, della condizione umana, della disoccupazione, su come vivono le persone ai margini della società. Non desidera però basarsi su semplici statistiche, piuttosto di provare in prima persona cosa significa vivere in tali condizioni. Per fare ciò si trasferisce a Caen, una piccola cittadina portuale dove non la conosce nessuno. Qui si infiltra tra i disoccupati in cerca di un lavoro, qualsiasi tipo di lavoro, anche umile, come quello delle pulizie. Viene a contatto con delle persone dalla grande umanità e generosità, nonostante la condizione, persone che non possono essere definite dal lavoro che svolgono. Con le ‘colleghe’ nasce un rapporto vero e sincero, purtroppo basato su una bugia di fondo. Cosa succederà quando Marianne tornerà al comfort della sua vita adagiata e le altre resteranno nel loro piccolo mondo?

L’adattamento è stato fortemente voluto dall’attrice Juliette Binoche, la quale si è fatta in quattro per strapparne i diritti all’autrice. Accordo ottenuto con la scrittrice Aubenas a patto che a dirigire la pellicola fosse stato Emmanuel Carrère, apprezzato scrittore di saggi lui stesso. È stato avanzato un parallelismo con Nomadland per la scelta di affiancare a Binoche attori non professionisti, ma è un accostamento in parte forzato in quanto in questo caso i membri del cast non interpretano loro stessi. L’aspetto narrativo è maggiormente in rilievo e, se non altro, il background degli attori alle prime armi aggiunge pathos ed emozione al loro ritratto. Hélène Lambert, la quale interpreta Chrystèle, il personaggio con cui Marianne interagisce maggiormente, emerge per intesità emotiva.

Carrère riesce nell’intento di ottenere un certo realismo, senza cadere nel documentario ed evitanto la trappola del lieto fine. È un film che non vuole fare la morale, seppur non manchi la battuta sul non guardare gli addetti alle pulizie più allo stesso modo, ma vuole restituire diginità e valore agli essere umani, oltre il ceto sociale o il successo economico. L’empatia è guadagnata attraverso piccoli momenti (come quella del regalo di compleanno) intrise di significati, rappresentanti la vera forza del film.

 

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