Thor, Love and Thunder: recensione

THOR, LOVE AND THUNDER…TRA IL SERIO E FACETO, CON UN IMMENSO CHRISTIAN BALE E UN GIOCOSO RUSSELL CROWE

DURATA: 119 minuti

USCITA: 6 luglio 2022

VOTO: 3.5 su 5

thor_love_and_thunderLa nuova avventura del dio di Asgard è molto heavy metal, sia come riferimento al film d’animazione dall’omonimo titolo che nello spirito goliardico di alcune band musicali, cosa che per altro si poteva dedurre già dalla grafica del titolo. Con Taika Waititi alla regia l’approccio non può che essere quello di non prendersi troppo sul serio, di giocare con gli stereotipi dei supereroi Marvel e di strizzare continuamente l’occhiolino allo spettatore. Formula che aveva funzionato benissimo in Ragnarok (il terzo capitolo), rompendo gli schemi del classico film sui supereroi e virando su un tono più farsesco.

Questa volta però manca l’effetto sorpresa, il risultato non può di conseguenza essere allo stesso livello. La gag degli attori di Asgard che riproducono in un teatrino le avventure passate (compresa di gustosi cameo) per esempio era più efficace quando era una novità. L’umorismo in Love and Thunder a volte appare forzato, cercato a tutti i costi, schiavo di una formula già sperimentata con successo. O forse cerca solo di mascherare una trama fin troppo semplice. Detto ciò, è pur sempre un film della Marvel, con protagonista uno dei personaggi più amati, il livello di intrattenimento è di altissimo livello. E lo spirito dissacrante, di cui dicevamo all’inizio, sa cogliere nel segno.

Basti guardare tutta la sequenza ambientata nella cittadella degli dei con Zeus a capo della convention. È il cuore del film, posta esattamente al centro. È senza dubbio uno dei momenti più riusciti grazie ad una interpretazione molto ironica di Russell Crowe, mattatore assoluto. Nella versione originale assume anche un accento parodistico, rendendo Zeus un personaggio più vicino ad un cartone animato che al capo dell’Olimpo degli dei.

Ritorno in grande stile invece per Natalie Portman, la nostra Lady Thor, pardon Mighty Thor, che stuzzica la vena emotiva dello spettatore. Ogni elemento dà per scontato un pubblico complice, compreso il commento musicale affidato alle hit dei Guns N’ Roses, con annesso tributo al cantante Axl nei dialoghi.

Poi c’è l’aspetto più serioso, incarnato dal nemico di turno, Gorr il macellatore di dei – the God Butcher, reso sullo schermo da un mastodontico Christian Bale, in una delle sue leggendarie perdite di peso per un ruolo. Il personaggio di Gorr è quello più affascinante, quello che può indurre anche a riflettere. Come già accadeva per Thanos in passato, le sue motivazioni non sono poi così incomprensibili. Quante volte è capitato di sentirsi abbandonati da quello in cui si crede, quante volte ci si sente perduti, arrabbiati, privi di ogni speranza. Il macellatore di dei non fa altro che portare questa sensazione all’estremo , uccidendo i proprio idoli, il proprio dio nel quale aveva creduto fino a quel momento. È una reazione esasperata per una storia di fantasia, certo, ma in grado di suscitare qualche seria domanda di carattere spirituale.

Bale è così bravo, da essere in grado di trasmettere empatia anche per un personaggio di pura malvagia, senza (apparente) via di redenzione. Se Thor la mette sul ridere, Gorr è dannatamente serio. Per quanto il film sembri spensierato, l’incombenza di Gorr ci ricorda in continuazione della posta in gioco.

Seppur a volte il film manchi di originalità, peccando forse di presunzione, Thor Love and Thunder sa offrire grande intrattenimento che non deluderà di certo gli appassionati.

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