Smile: recensione

HORROR FATTO DI ATMOSFERE INQUIETANTI CHE, PUR SENZA DIRE NIENTE DI NUOVO, RIESCE A PROVOCARE BRIVIDI LUNGO LA SCHIENA.

smile-locandinaDURATA: 115 minuti

USCITA: 30 settembre 2022

VOTO: 3 su 5

La psichiatra Rose Cotter (Sosie Bacon) non è nuova a pazienti con allucinazioni. Ma la studentessa universitaria Laura Weaver (Caitlin Stasey), appena arrivata in clinica, è un caso atipico. Dopo aver assistito al suicidio del proprio professore confessa di vedere un’entità malefica con un costante ghigno sul volto. Spesso assume identità di persone a lei conosciute e, per tale motivo, appare maledettamente reale. Non passa molto durante la seduta che la ragazza stessa si suicida davanti agli occhi della dottoressa. Da lì in poi sarà lei ad essere perseguitata da tali visioni inquietanti, capaci di risvegliare un trauma infantile mai del tutto sopito.

Smile ricalca una trama già vista ed esplorata nel genere, soprattutto in produzioni recenti. La mancanza di originalità, seppur alla base ci sia un cortometraggio dello stesso regista Parker Finn, non giova alla pellicola. Ma se la familiarità della storia lascia poco spazio alle sorprese, la presentazione centra il segno. Finn lavora molto di sottrazione preferendo creare mistero e suspense attraverso atmosfere angoscianti e affidandosi ciecamente alla sua protagonista. E infatti la giovane Sosie Bacon (figlia d’arte) non delude e percorre con grande esperienza il percorso di lucida follia in cui precipita il personaggio.

Il film è confezionato con maestria, ancora più apprezzabile se si pensa che il regista è alla sua prima esperienza con un lungometraggio. I momenti che facciano balzare dallo spavento, i cosiddetti “jumpscare”, sono tutti ben collocati e misurati, il vero motore è il viaggio nella psiche della protagonista che poco alla volta perde tutte le certezze, i punti di riferimento, la fiducia nella persone che le sono attorno.

Volendo si può anche leggere tra le righe una parabola sull’effetto di traumi mai elaborati del tutto, ma fortunatamente non va a coprire quello che vuole essere un horror di intrattenimento.

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"O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire."