THE AMERICAN FRENCH FILM FESTIVAL: gran galà di apertura

L’ULTIMA OPERA DI JEAN-JACQUES ANNAUD SULL’INCENDIO ALLA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME, APRE L’AMERICAN FRENCH FILM FESTIVAL

notredamebrule-locandinaIl festival di film francesi su suolo americano per eccellenza torna in tutto il suo splendore ai fasti pre-pandemia, grazie ad una calorosa e viva accoglienza. L’attesa tra gli invitati in fila al check-in palpabile. Serata di gala come ai vecchi tempi, con un sontuoso ricevimento, seguito dalla presentazione dell’ultimo film di Jean-Jacques Annaud, Notre-Dame brûle. Tra gli ospiti anche volti noti, quali Ron Perlman e Jacqueline Bisset.

Si riparte quindi sotto un nuovo nome, The American French Film Festival, e spetta a Taylor Hackford, celebre regista e membro fondatore del Franco-American Cultural Fund, l’onore e onere di spiegare le motivazioni dietro il cambiamento. “Siamo coscienti della resistenza di molti ai cambiamenti. City of Lights City of Angels era un bellissimo nome, poi accorciato in Colcoa, ma a parte i frequentatori abituali del festival nessuno sapeva cosa Colcoa fosse. Siamo quindi ricorsi alla semplicità, The American French Film Festival”. Più chiaro di così?

Dopo 25 anni quindi il festival cambia nome ma non aspetto, ancora un forte calendario di proiezioni e anteprime, ancora un ricco scambio culturale tra la Francia e gli Stati Uniti e tanti ospiti d’eccezione. Come Jean-Jacques Annaud, regista leggenda de Il Nome della Rosa e L’Amante, disponibile, affabile e spiritoso durante la presentazione. “Quando è avvenuto l’incendio nella cattedrale di Notre-Dame ero in una casa senza tv. Ero attaccato alla radio per sentire novità sulle elezioni di Macron; era un periodo difficile per la Francia con le proteste del movimento dei gilet gialli. Improvvisamente la notizia che ha tenuto mezzo mondo col fiato sospeso. Già in quel momento mi sembrava di assistere ad un film catastrofico hollywoodiano, per l’assurdità della cosa. Così mi rivolgo a mia moglie dicendo – Sai quanti cretini correranno a farne un film il prima possibile? Eccolo qua, sono io.

Il film è una botta di tensione e in effetti sembra quasi un disaster movie, con pezzi di pietra che cascano dal cielo, camion dei pompieri che tardano ad arrivare per via del traffico parigino, lotte contro il tempo per salvare i reperti storici della cattedrale prima che vada tutto in fumo. Per chi ha vissuto in prima persona tutto questo, anche solo attraverso le immagini del telegiornale, è davvero impressionante. Un tributo sentito alla sacralità di questo posto, di immensa importanza per credenti e non.

Un film di grande impatto visivo, che usa ogni mezzo a disposizione per ricreare il timore che crollasse tutto di quel giorno: immagini d’archivio, split screen, ricostruzioni in teatri di posa, il girato in diverse cattedrali gotiche della Francia dall’aspetto simile, effetti meccanici, pochissima computer grafica. Un’operazione che solo un maestro quale Jean-Jacques Annaud poteva portare a termine con tale rispetto e tanta passione.

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