“GLI OSPITI”, CROWDFUNDING DI SUCCESSO PER IL PRIMO FILM DI SVEVO MOLTRASIO CO-PRODOTTO INSIEME A SIMONE BRACCI
Dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, saranno costretti ad un confronto non privo di colpi di scena che li metterà a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Così si presenta il prossimo progetto di Svevo Moltrasio dal titolo Gli Ospiti, un lungometraggio che sarà prodotto seguendo una via non tradizionale ma ormai nemmeno troppo rara. Sono infatti sempre più i cineasti che si appoggiano al crowdfunding per realizzare i propri progetti, e con notevoli risultati. La raccolta fondi di Svevo ha sfondato il tetto che si era prefissato, e così abbiamo colto l’occasione per congratularci con lui e discutere di questo nuovo modo di fare cinema.
In molti ti hanno conosciuto per la web serie Ritals, e ora un nuovo progetto sarà lanciato grazie a un crowdfunding: più passano gli anni più il web diventa decisivo. Quanto è diventata importante la community oggi per chi vuole provare a fare cinema?
Non lo so sinceramente. Ad oggi non ci sono esempi eclatanti di qualcuno che partendo dal web è riuscito ad imporsi al cinema. Anzi, sono molto più comuni i casi inversi, di personalità che avevano un importante seguito online ma che poi, al cinema come in tv, sono andati incontro a una certa indifferenza diffusa. Forse solo il fenomeno dei “Me contro Te”, ma quello è un progetto piuttosto specifico per un pubblico di bambini e i loro sono film solo intesi in un senso molto largo. Certo, nel mio caso specifico, non avessi avuto una community online, mai sarei riuscito a racimolare più di 100 mila euro per realizzare un film, per quanto piccolo.
Conosciamo le raccolte di crowdfunding per alcune famose piattaforme, come mai la scelta di appoggiarti a Tipeee?
Sinceramente? Mi avevano contattato loro qualche mese fa proponendomi di fare un progetto usufruendo della piattaforma. All’epoca non era per me ancora d’attualità e gli avevo detto che mi sarei rifatto vivo al momento opportuno. E così è stato. Insomma, non li ho scelti, mi hanno scelto loro.
Nella presentazione della raccolta fondi inizi con una frase davvero d’effetto, e senza mezzi termini affermi che il cinema sta morendo. Chi lo sta uccidendo e come?
Sull’argomento ci ho fatto tre video della durata complessiva di un’ora. Le risposte, almeno alcune di quelle che ritengo più valide si trovano lì. Riassumendo: i dati ci dicono che la pandemia ha accelerato un processo di desertificazione delle sale, o perlomeno di grossa disaffezione da parte del pubblico, in particolare qui in Italia. Gli incassi anche in questo 2022 sono stati complessivamente ancora troppo bassi. Le nuove generazioni vanno in massa in sala solo per i prodotti colossal hollywoodiani, in particolare i cinecomics. Tutto il resto fatica, soprattutto il nostro prodotto nazionale che pare creare proprio un rigetto nel pubblico. Visto che il cinema non potrà sopravvivere senza le sale, o si riesce a ricreare un rapporto di fiducia e curiosità con la massa, o, come ormai temo sia più probabile, noi quarantenni verremo ricordati come l’ultima generazione che in adolescenza ha avuto una consistente fetta di pubblico cinefilo. Il problema è mondiale, ma se noi in Italia siamo tristemente più avanti in questo processo, è evidentemente per colpa di chi negli ultimi decenni ha continuato a sfornare pellicole su pellicole incapaci di creare non tanto un interesse artistico e culturale, ma anche semplicemente di costume. Insomma brutti film con l’imperdonabile aggravante che nessuno, o pochi, li hanno voluti vedere.
La soglia minima impostata per la realizzazione del tuo nuovo film è stata largamente superata: un successo straordinario e un appoggio incredibile da parte degli utenti che hanno contribuito. Vi aspettavate una risposta del genere? Cosa realizzerete in più con il denaro ottenuto?
No, mai ce lo saremmo aspettato. Con Simone Bracci – co-produttore del film e col quale per l’occasione abbiamo dato vita a una produzione dal beneaugurante nome di Renaissance Produzioni – avevamo stimato di raccogliere, nella migliore delle ipotesi, un quarto di quanto poi raggiunto. Erano previsioni fatte anche in base a progetti analoghi realizzati da “youtuber” con molto più seguito di me. Evidentemente, il mio di seguito, in termini di numeri, è più contenuto ma allo stesso tempo più veritiero e appassionato. Il denaro in più in realtà non c’è. Basta avere un minimo di esperienza nell’ambito per sapere che con 100.000 euro non ci tiri su un vero film. Semplicemente grazie all’apporto generoso della mia community, ragionando su un progetto che è stato pensato proprio per un budget estremamente contenuto, potremo fare qualche rinuncia in meno rispetto a quanto potessimo temere e intervenire con meno aggiunte economiche in via privata. Ma il film e la lavorazione non cambiano di una virgola rispetto a come erano state pensate.
Pensi che sarebbe stato possibile realizzare questo film senza ricorrere al crowdfunding?
Se ho deciso di procedere con questa operazione, dopo tanti ripensamenti, è proprio perché ormai non credevo ci fossero più spiragli per me per realizzare un film seguendo il percorso classico. Sono anni che ho contatti e rapporti diretti con quasi tutte le maggiori produzioni e distribuzioni italiane. Mi hanno sempre chiamato loro per tentare di realizzare qualcosa per il cinema o la tv, ma alla resa dei conti nessuno ha mai voluto investire sulle mie idee fino in fondo, fino alla realizzazione. Ci siamo sempre fermati alla scrittura. E di aspettare e nel frattempo vedere i tanti lavori perlopiù senza alcun senso che continuano a produrre, francamente mi ha stufato, anche perché non sono più un giovanotto di belle speranze. Quindi, come da anni avevo messo in conto, ho deciso di scrivere un lungometraggio che avrebbe potuto essere realizzato con un budget molto contenuto che avrei potuto provare a ottenere grazie a operazioni come il crowdfunding. Per fortuna, come modestamente spesso mi capita in ambito professionale, ho avuto ragione. Il primo passo è stato fatto. Ora non ci resta che girarlo. Poi penseremo all’altra annosa questione: la distribuzione. Una cosa alla volta.