MUDAC – METTI UN DISCO A CENA, CON KOI LA STRADA ENTRA AL RISTORANTE DEL BAR DEL FICO TRA CINEMA E VIDEOARTE
Il 29 marzo, al Ristorante Bar del Fico, torna a vibrare con MUDAC – Metti un Disco a Cena, il format creativo, ideato da Giovanni La Gorga, che unisce musica, arte e creatività in una location del tutto inaspettata. MUDAC, organizzato da Giovanni La Gorga, in collaborazione con Angelica di Majo; Arianna Paparelli e Fabio Nardoni, manager del locale, crea un cortocircuito culturale per cui gli ospiti della serata si imbattono in opere che ridisegnano lo spazio del locale.
La serata si distingue per il dj set in vinile a cura di Giovanni La Gorga, aka Giovannino, autore e regista con Alessio Borgonuovo del lungometraggio “From My House In Da House – a history of Rome” e Angelica Di Majo, caratterizzato da sonorità ricercate tra rare groove e deep house.
MUDAC per la sua vocazione stra-ordinaria, nel senso etimologico del termine, ovvero fuori dal comune, offre sempre nuovi spunti. In particolare, il 29 marzo, La strada, mostra personale di KOI, invade lo storico ristorante con una serie di opere che lo rendono decisamente urban. L’arte di KOI nasce in strada, da una precoce passione per graffiti e murales; ma si concretizza solo molti anni dopo, quando, ispirato da artisti italiani come Sten Lex, Hogre, Diamond; e stranieri, come: C215, Blek le rat, Banksy; decide di prendere i colori in mano.
La stencil art è una tecnica che si caratterizza per un paradosso. I tempi di realizzazione dell’opera sono tanto rapidi, quanto più sono lunghi i tempi della sua preparazione. Infatti, prima di passare all’azione, la stencil art richiede un lungo lavoro di preparazione, che consiste nell’elaborazione dei diversi “livelli” che compongono l’immagine: sagome precise e calibrate delle diverse varie del disegno. Per definizione la street art deve essere rapida, perché l’artista, sempre rigorosamente sotto pseudonimo, non si deve far “beccare” durante l’azione creativa. In altre parole, la stencil art ha l’immediatezza della street art in termini di rapidità e forza comunicativa, ma richiede dei tempi di elaborazione decisamente più lunghi, dal momento che il messaggio viene veicolato attraverso un’immagine che, per risultare davvero ficcante, deve trasmettere a colpo d’occhio ciò che una scritta “grida” con le parole. Per ottenere tale risultato, gli artisti possono procedere lavorando su due dimensioni di complessità: tecnica o concettuale. Nel primo caso, sviluppando un’immagine articolata in molti layer; nel secondo, realizzando un’immagine semplice ma dirompente e incisiva a livello del significato.
L’arte di KOI è in continua evoluzione e, oltre che nelle strade, vive in tutti quei luoghi, come il MUDAC, in cui la visione delle opere è libera e gratuita. Pur non essendo politicamente schierati i suoi lavori sono sempre forieri di un messaggio. I soggetti che maggiormente ricorrono nella sua poetica sono persone e animali. Nel primo caso, si tratta di ritratti, volti di personaggi più o meno noti, significativi per la storia dell’artista. Come si può vedere nella mostra al MUDAC, La Strada, nella galleria di KOI, personaggi molto conosciuti, come Spike Lee e Lauryn Hill, sfilano accanto a figure come Whang-od, la tatuatrice più anziana del mondo. Il denominatore che li unisce è l’aver contribuito, ciascuno a modo suo, alla diffusione di valori positivi per la collettività. Parallelamente KOI si dedica alla pittura di animali. In particolare, lupi e gorilla ormai ne caratterizzano la pratica pittorica, come se l’artista attribuisse a questi animali un valore totemico, silenziose presenze che lo accompagnano nel suo percorso.