Indiana Jones e il quadrante del destino: recensione

HARRISON FORD RIPRENDE CAPPELLO E FRUSTA ED È DI NUOVO AVVENTURA. QUESTA VOLTA DEGNA DEI PRECEDENTI

IndianaJones5_locandinaDURATA: 154 minuti

USCITA: 30 giugno 2023

VOTO: 4 su 5

Bentornato Indy. Steven Spielberg passa il testimone a James Mangold e il regista di Logan riesce in un sol colpo a far dimenticare il poco riuscito quarto capitolo, regalando al pubblico e a Indiana Jones (Harrison Ford) l’opportunità di vivere un’ultima avventura degna del suo mito.

Mangold strizza l’occhiolino a tutti i capisaldi della trilogia originale, ma tenendosi ben lontano dal copia e incolla che ha caratterizzato reboot, revival e sequel degli ultimi tempi. Tiene ben ferme le basi e le utilizza per costruire un’avventura tutta nuova. Partiamo dall’antagonista. Chi più di tutti non sopporta Indiana Jones? I nazisti. E Jürgen Voller, il personaggio di Mads Mikkelsen, è un ex nazista. C’è un bambino come ne Il tempio maledetto, c’è una donna che potrebbe o non potrebbe fare il doppio gioco come ne L’ultima crociata, c’è la discesa nelle grotte con relativi trabocchetti, i viaggi in location remote con tanto di traccia sulla piantina.

Sono quei piccoli dettagli che caratterizzano Indiana Jones, ma senza scadere nella ripetizione, sia nella presentazione che nella conclusione. Sono quegli elementi che indentificano il personaggio, proprio come il cappello e la frusta. Con l’aiuto della CGI poi oggigiorno si può giocare anche con l’età e rivedere un Indiana Jones giovane, fondamentale per dare senso all’Indy più anziano in pace con sé stesso.

Ma più di tutto, sin dalla rocambolesca e palpitante sequenza iniziale (altro marchio di fabbrica, l’intro che tiene col fiato sospeso) è il ritmo, l’emozione a restituire lo spirito d’avventura, quello della raccolta di indizi, dell’obiettivo da raggiungere per poi stupire le attese quando la risoluzione sembra essere alle porte.

Al centro della trama c’è l’Anticitera, un congegno meccanico risalente all’epoca di Archimede di Siracusa, rinvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale proprio da Indy e dal collaboratore Basil Shaw (Toby Jones). Un reperto storico desiderato da tutti, per diversi motivi. Per il professor Shaw lo studio del suo funzionamento rischia di portarlo alla follia, per la figlia Helena (Phoebe Waller-Bridge) rappresenta un oggetto di immenso valore da rivendere al migliore offerente, per l’ex nazista Voller la chiave per riconnettersi con un passato mai dimenticato. Per Indiana Jones dovrebbe stare in un museo. E per il pubblico il motivo per tornare a fare il tifo, ancora e forse per l’ultima volta, per l’amato archeologo.

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