IL NUOVO FILM DI GARETH EDWARDS ESCE PROPRIO MENTRE NON SI FA CHE PARLARE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE. E SECONDO LA TEORIA DEL FILM, IL SOPRAVVENTO È IMMINENTE.
Siete pronti per The Creator? Alla presentazione del film agli addetti ai lavori ha partecipato il regista Gareth Edwards, autore anche della sceneggiatura insieme a Chris Weitz, il quale ha illustrato con passione come è nata l’idea di un mondo dove, nell’occidente l’intelligenza artificiale è stata bandita, mentre in quello orientale è stata sviluppata fino all’integrazione con gli esseri umani. Un diverso approccio nelle due parti opposte del globo che porta ad una inevitabile guerra. Nemico pubblico numero uno è un certo Nemata, che sta per The Creator; per l’Occidente è equivalente ad Osama Bin Laden, per l’emisfero asiatico è un dio.
Suona familiare? Edwards ha iniziato a lavorare all’idea nel 2018, ma improvvisamente è diventato un argomento maledettamente attuale. “Il trucco sta nell’uscire prima della apocalisse robotica, che probabilmente accadrà a novembre di quest’anno”, scherza il regista. “In realtà nella fase di scrittura volevo evitare di collocare la storia in una data precisa, perché persino Kubrick non ci prese. Però ad un certo punto è stato necessario. Facendo due calcoli ho scelto il 2070. Adesso penso che avrei dovuto scegliere il 2023”.
Per stessa ammissione di Edwards, The Creator sposa Blade Runner con Apocalypse now, un film di guerra in un’ambientazione fantascientifica. Una componente che ricorre in tutta la sua filmografia. Il regista confessa che i migliori film di fantascienza sono quelli che fondono i generi. “Il mio primo film [Monsters] era una storia d’amore mischiata alla fantascienza. Godzilla un film catastrofico con elementi di fantascienza e Rogue One guerra e fantascienza”.
Dalle tre sequenze mostrate in anteprima sugli schermi Imax si può già percepire quel senso di parallelismo con la realtà e incombente pericolo che cerca di trasmettere. Merito forse anche dell’aver girato quasi tutto in location remote, piuttosto che affidarsi a teatri di posa e green screen. Circa ottanta i luoghi tra Nepal, Himalaya, vulcani attivi dell’Indonesia, templi della Cambogia, Tailandia, Vietnam e infine Tokyo come città ipertecnologica. “L’idea è stata girare su luogo e, a film finito e montato, ricoprire le immagini con gli effetti”.
Il film è interpretato da John David Washington, Gemma Chan, Ken Watanabe, e la piccola Madeleine Yuna Voyles. La scoperta della bambina un miracolo a detta dello stesso regista, dopo aver visto oltre 100 giovani attori da tutto il mondo. “Io stesso non sopporto i film con i bambini piccoli, tendono ad essere spesso irritanti. Ho tirato un sospiro di sollievo quando abbiamo trovato Madeleine. Eravamo in lacrime dopo la sua audizione, ma per essere sicuri che non fosse stata preparata a dovere dalla madre, le abbiamo fatto improvvisare un’altra scena ed è stata ancora più commuovente. Non so cosa avremmo fatto se non avessimo trovato la bambina giusta”.
La colonna sonora è firmata dal maestro Hans Zimmer, ma l’aver ottenuto la sua partecipazione non è stato esente da imprevisti. “Joe Walker, il montatore di Dune, ha messo insieme una copia lavoro per questo film. Lui lavora spesso con Hans e mi ha messo in contatto. Ci siamo messi d’accordo per una chiamata via Zoom, che è ricaduta mentre ci trovavamo in mezzo al nulla. Stavamo andando ad incontrare il capo della milizia della Tailandia per ottenere i permessi di girare, un incontro che per ottenerlo ci erano voluti mesi. Combinazione nello stesso momento è disponibile Hans. Abbiamo dovuto fermarci e cercare un posto col wi-fi per fare la chiamata, e mi dicono – hai solo trenta minuti di tempo perché i militari ci aspettano. Con il conto alla rovescia, Hans si collega e comincia a raccontarmi gli aneddoti de Il cavaliere oscuro, di Terrence Malick. E io, che ho sempre voluto sentire queste storie, sono costretto a dirgli, mi dispiace Hans, ma adesso devo proprio andare”. Chiaramente dopo aver visto la copia lavoro del film, Zimmer ha accettato con entusiasmo.
L’uscita nelle sale americane è prevista per il 29 settembre. Giusto in tempo, prima che i robot decidano di sterminare l’umanità.