LA MUSICA LA FA DA PADRONE IN UN BIOPIC CHE NON VA OLTRE “IL MITO” DEL CANTANTE JAMAICANO.
DURATA: 104 minuti
USCITA: 22 febbraio 2024
VOTO: 3 su 5
La leggenda di Bob Marley adattata per il grande schermo, sotto la supervisione stretta degli eredi.
Come tutti i film biografici su artisti, cantanti, musicisti, ci vuole l’espediente, l’episodio chiave attorno al quale costruire il film. Qui il momento attorno al quale ruota la storia è rappresentato dal concerto per la pace in Jamaica. Bob Marley inneggia alla fratellanza e all’amore, all’unità della sua gente, e questo certo non fa piacere, né comodo, a chi è al potere. Così, come successo per altre figure storiche scomode, arriva l’attentato alla sua vita che lo costringe a lasciare la Jamaica. Ma la sua mente e il suo cuore sono sempre con la sua gente.
Bob Marley è una figura carismatica e i suoi insegnamenti risuonano validi ancora oggi. La colonna portante della pellicola sono le canzoni che scandiscono i momenti salienti della narrazione. Quelle canzoni che non solo hanno fatto la Storia della musica, ma che sono anche vere e proprie lezioni di vita. Proprio per il modo in cui è strutturato, prendendo spunto dalle canzoni, il film risulta un po’ troppo didascalico, privo di quel guizzo che lo renda speciale.
La musica, e quello che rappresenta, è capace da sola di suscitare emozioni e il cast, con Kingsley Ben-Adir nella parte di Marley e Lashana Lynch in quello di Rita, ce la mette tutta per immedesimarsi nei rispettivi ruoli. Tuttavia il film segue parametri già consolidati, come quello del topos “dietro un grande uomo si cela una grande donna”, i discografici che badano solo agli interessi economici, il tradimento di amici o presunti tali, la malattia. Senza per altro mai andare a fondo. Non aggiunge niente di nuovo al mito di Bob Marley e strutturalmente perde di intensità nella parte centrale, quando Marley è costretto a trasferirsi a Londra. È un film al servizio della leggenda, che non scava in profondità e per questo non lascia il segno .