Il Gladiatore II: recensione

FORZA TANTA, ONORE POCO.

DURATA: 148 minuti

USCITA: 14 novembre 2024

VOTO: 3 su 5

Quando nel 2000 uscì al cinema Il Gladiatore divenne un evento senza precedenti. Quel film, aiutato dalla presenza scenica di Russell Crowe, stabilì un rapporto viscerale con il pubblico, portandolo in trionfo fino alla vittoria dell’Oscar.

Non solo le battaglie,  ma anche il fascino dell’Antica Roma, la trama fatta di tradimenti, amicizia, vendetta, onore, che in Italia aveva un valore aggiunto nella nostra Storia, nel nostro passato. Ecco, di tutto questo in Il Gladiatore II rimane ben poco. A livello scenografico è tutto un di più: più battaglie, più sangue, più azione, più violenza, più pugnalate alle spalle, ma quel pathos che aveva caratterizzato l’originale non si sa dove sia andato a finire.

Gli intrighi di palazzo, per così dire, sono altamente prevedibili, l’evoluzione di Lucius da schiavo a gladiatore a vendicatore del padre è ovvia fin dal principio.

Il Gladiatore II cade nella tipica trappola del sequel che predilige l’apparenza alla sostanza. Senza capire che quello che arriva al pubblico è sempre il fattore emozione, non gli effetti visivi. Eppure la produzione è di altissimo livello, il cast in grande spolvero. Paul Mescal, Pedro Pascal, Denzel Washington e Connie Nielsen (per la quale non sembra passato nemmeno un minuto, tantomeno 24 anni) ce la mettono tutta per non far rimpiangere Russell Crowe e Joaquin Phoenix, eppure non riescono a restituire le stesse emozioni, a farci provare empatia verso i personaggi.

Denzel Washington, come suo solito, sovrasta tutti gli altri, la sua è sempre un’interpretazione fuori dagli schemi, difficilmente si contiene, e probabilmente si porterà a casa anche una nomination, ma non lascia lo stesso segno che lasciò Phoenix. Mescal, da par suo, evita il confronto con Crowe dando un’impronta personale a Lucius, ma non entra nella Storia. Alla fine del primo capitolo, il pubblico usciva dalla sala incitando Massimo, a questo giro se ne esce un po’ sommessi. Poi potremmo parlare delle tante inesattezze storiche, ma quello lascia un po’ il tempo che trova, si sa che Ridley Scott ama prendersi le sue libertà in termini di accuratezza. La storia è pura fantasia, non c’è alcuna intenzione di essere un racconto fedele dell’Impero Romano, quindi certe critiche che si sentono in giro sono fuori luogo.

È un film epico, senza dubbio, visivamente è un tripudio di effetti speciali che raggiunge momenti altissimi nelle battaglie tra i galeoni o quelle contro i babbuini assassini, ma fallisce nelle relazioni umane. Da vedere per la sua grandiosità, ma che non restituisce quel senso di vigore tipico del gladiatore.

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"O fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire."